Omelia (14-01-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Affrettiamoci a entrare in quel riposo. Come vivere questa Parola? A questo punto la lettera agli Ebrei parla di un riposo da cui gli Israeliti si autoesclusero e che oggi viene offerto a noi. Il richiamo alla Genesi orienta a leggere questo riposo in relazione alla creazione che, secondo la mentalità biblica, non è un atto in sé concluso, ma un farsi nel tempo, un divenire che corre verso la pienezza annunciata da Gesù nell'avvento del Regno e in lui realizzata con la resurrezione. È lui, l'uomo nuovo, il vero vertice e coronamento dell'intera creazione. In lui ogni uomo, ogni generazione è chiamata ad entrare nel riposo di Dio, di cui, la terra promessa era segno. Si può accogliere l'invito o resistergli come l'antico popolo di Dio, e per lo stesso motivo, anche se inconfessato: non si ha il coraggio di fidarsi di lui. Siamo più propensi ad afferrarci alle foglie caduche delle nostre pseudo-sicurezza che all'albero della sua fedeltà mai smentita. Una subdola tentazione può, inoltre, spingere a trasferire questo riposo in un futuro di cui solo la morte apre l'ingresso, mentre la sollecitazione è rivolta al presente: "Affrettiamoci ad entrare". Ora, oggi, in questo oggi della mia vita così fugace e così determinante, io accolgo o respingo la possibilità di entrare in questo riposo, in questa pienezza del mio essere e del mio essere in relazione con gli altri e con l'intero cosmo, in questa armonia di cui sono parte e che sono chiamato a costruire, anticipo e realizzazione del Regno. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a pensare al valore di ogni istante, di ogni frammento della mia vita, in cui posso accogliere e sperimentare il riposo di Dio. Donami, Signore, di non cedere alla tentazione di fidarmi più di me stesso che di te quando mi viene richiesto di impegnarmi per vie inedite. La voce di un religioso giornalista e politico francese Vado dove Dio mi porta, incerto di me stesso, ma sicuro di Lui. Lacordaire |