Omelia (28-12-2002)
Paolo Curtaz
Commento Matteo 2,13-18

Di male in peggio! Sembra proprio che la liturgia voglia rovinarci i nostri buoni sentimenti e quel nonsocche che c'è nell'aria quando viene il Natale! Va bene santo Stefano e la storia del bambino che è già il crocifisso e il risorto, ma oggi questa storia dei bambini massacrati proprio ci strazia! Vero, ma così è successo, anche se nei nostri presepi quei 30/40 bambini di Betlemme non figurano. Eppure proprio loro sono stati uccisi dal nevrotico despota Erode che vede in Dio un pericoloso avversario da eliminare. Proprio loro, inconsapevoli, hanno protetto la fuga del bambino Gesù, esule in Egitto. E la chiesa, inaspettatamente, li venera come martiri, anche se non hanno mai professato la fede in Cristo. I bambini di Betlemme, un altro tragico richiamo alla realtà, al dramma che si disegna nel Dio bambino che – silente – scomoda e inquieta. Nei nostri presepi figurano i bambini così simili al Signore Gesù che guardiamo con dolcezza ma non quelli – uccisi – richiamati dalla lugubre memoria di oggi. In questo Natale di luminarie pochi si ricorderanno delle migliaia di bambini saltati sulle mine antiuomo seminate dai regimi e dai loro "liberatori" e rimasti mutilati per sempre, né nessuno vi parlerà degli undicimila bambini che in Argentina stanno morendo di fame a causa della più idiota crisi economica dell'ultimo secolo provocata dal delirio del capitalismo. No, ma questi innocenti di sempre, che pagano con la loro vita l'arroganza di tutti gli Erodi del mondo, senza saperlo salvano il signore Gesù, diventano testimoni silenti dell'amore di Dio.
Silenzio, silenzio per favore, onore ai piccoli martiri di tutti i tempi.