Omelia (01-11-2003) |
don Elio Dotto |
Diventare santi È mai possibile oggi diventare santi? Questa domanda può sembrarci ovvia e scontata, mentre celebriamo la Solennità di tutti i Santi. Soprattutto essa ci può apparire vecchia, perché troppe volte ci è già stato detto che tutti siamo chiamati a diventare santi. E tuttavia questa domanda è quanto mai attuale e urgente, davanti alle ambiguità della nostra vita. È mai possibile oggi diventare santi? Cioè: è mai possibile raggiungere oggi una vita buona e serena? Certo, spesso abbiamo sognato una vita così, spesso abbiamo sognato che la nostra vita ritrovasse quella freschezza e quella novità che aveva al principio, magari quella spensieratezza dell'infanzia che oggi ricordiamo con nostalgia. Ma questo sogno si è quasi sempre infranto davanti alla fatica quotidiana, davanti alla nostra invincibile debolezza, davanti alle solite cadute di ogni giorno: in fondo, ci ritroviamo ad essere sempre gli stessi, e non crediamo che sia possibile cambiare più di tanto il corso della nostra vita. E invece il Vangelo di Gesù ci dice che è possibile cambiare il corso della nostra vita. «Beati voi», dice infatti il Vangelo di Gesù (Mt 5,1-12): voi che siete poveri, afflitti, indifesi; voi che cercate giustizia, che siete perseguitati... «Beati voi, rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»; perché davvero cambierà il corso della vostra vita; perché davvero raggiungerete quella vita buona e serena che fin da piccoli avete sognato. Appunto questa grande promessa ci viene fatta dal Vangelo di Gesù. Ma proprio una tale promessa ci appare lontana ed irrealizzabile: soprattutto nei momenti difficili della nostra vita, quando ci rassegniamo a dimenticare i nostri desideri, smarrendo ogni speranza. In questi momenti il nostro scetticismo ci sembra più forte di qualsiasi promessa: e le sofferenze di ogni giorno non fanno che confermare una simile impressione. Eppure anche dallo scetticismo si può uscire. Ed oggi lo possiamo fare guardando alla storia cristiana che ci ha preceduti: possiamo uscire dalla scetticismo ricordando i santi, e cioè quegli uomini e quelle donne che in tutta la loro vita hanno creduto e sperato nel Vangelo di Gesù. Pensiamo, ad esempio, a Pietro, il primo degli apostoli; a Giovanni, il discepolo amato dal Signore; a Paolo, il primo grande missionario. Oppure pensiamo ad Eusebio, il padre di questa nostra chiesa piemontese; ad Agostino, il cantore della sete di Dio; a Gerolamo, lo studioso delle Sacre Scritture. O ancora pensiamo a Francesco, il poverello che viveva in perfetta letizia; a Domenico, il predicatore appassionato del Vangelo; a Caterina, donna di grande forza e dolcezza. O anche pensiamo a Edith Stein, vittima della violenza nazista; a Oscar Romero, il vescovo assassinato perché difendeva i poveri; a Madre Teresa, che si definiva la piccola matita nelle mani di Dio... Ebbene, questi uomini e queste donne della storia cristiana ci testimoniano che è davvero possibile diventare santi, che è davvero possibile raggiungere una vita buona e serena. «Essi – conferma il libro dell'Apocalisse (Ap 7,2-4.9-14) – sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello»; e cioè sono coloro che hanno trovato la pienezza della vita nel Vangelo di Gesù, al di là di ogni tribolazione e scetticismo. Dunque anche noi possiamo diventare santi, al di là di ogni tribolazione e scetticismo. Soltanto ci è chiesto di rimanere fedeli al Vangelo di Gesù, l'unico che può dare salvezza; e ci è chiesto di vivere con fantasia questa nostra fede cristiana, riscoprendo nelle pieghe di ogni giornata il lato bello e promettente della vita. |