Omelia (02-01-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Giovanni 1,19-28 "Cosa dici di te stesso?" la domanda rivolta a Giovanni Battista è, in effetti, rivolta a ciascuno di noi. Mettersi alla sequela di Gesù richiede anzitutto la volontà di interrogarsi su se stessi. E' come se l'autocoscienza, l'autenticità, fosse una specie di dato fondamentale per incontrare Dio. Cosa dite di voi stessi? Non quello che dicono gli altri, quello che vorreste dicessero. No: tu cosa dici di te? Il nostro mondo ci ha così brutalmente disabituato all'introspezione, a quello che una volta veniva chiamato "l'esame di coscienza"! E' come se Giovanni dicesse: se non hai il coraggio di entrare "dentro" non potrai mai incontrare il Messia, né accorgerti di chi lo indica come Salvatore del mondo. Eppure... l'esperienza della frammentazione caratterizza pesantemente la nostra società e la nostra cultura! Viviamo in superficie, siamo costretti a farlo. L'accelerazione del tempo riduce sempre più gli spazi da dedicare al silenzio, alla riflessione. Non abbiamo più tempo di stare in silenzio, a riflettere; non abbiamo neppure più il tempo di pregare: la fede è diventata, al massimo, un "correre" da qualche parte a prendere Messa! La fede cristiana stessa, lo sperimento tutti i giorni, non viene percepita come cammino verso Dio, esperienza di interiorità! Cosa dici di te stesso? Giovanni Battista ha le idee chiare: lui non è il Messia, non è neppure Elia, è solo "voce" che grida nel deserto. Che bello! Il Battista non si prende per Dio, non ha nessun delirio di onnipotenza! Non così il nostro mondo: ci sentiamo adolescenzialmente travolti dal delirio di onnipotenza: devi riuscire, affermarti, valere. Manipoliamo geneticamente la vita, cambiamo il corso della natura, la scienza ci fa credere di essere onnipotenti. Non ci prendiamo tutti, forse, un po' per Dio? Giovanni Battista no, non gli importa. Non approfitta neppure della sua posizione per giocare a fare il profeta. Sa che è "voce". Parla, dice, prepara. Un po' pochino, nevvero? Nel nostro mondo superefficiente, in cui la validità della persona si misura dalla sua produttività, il Battista sarebbe considerato un eccentrico, un fannullone, un poco di buono... che ridere! Natale è accogliere questo Dio con verità, Dio che ci svela a noi stessi... Signore, noi ti abbiamo accolto e abbiamo scoperto, alla tua luce, ciò che siamo "dentro", ciò che siamo nel profondo, come Giovanni Battista che scopre di essere "voce". Lode a te Signore Gesù! |