Omelia (10-01-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 4,14-22 Gesù si manifesta all'umanità, come abbiamo appena celebrato nella splendida festa dell'Epifania. Una manifestazione tenerissima che conferma le profezie di Isaia: oggi, nel famoso episodio di Nazareth, troviamo il conosciuto Gesù, giovane apprendista falegname, che si attribuisce il brano della Scrittura che descrive l'azione salvifica del Messia. Sì, la venuta di Gesù è una buona notizia, il volto di Dio che egli rivela è una novità che riempie il cuore di bene e di luce, che corregge e contraddice la visione piccina e antipatica di Dio che troppe volte abbiamo nel cuore. Abbiamo urgenza di buone notizie che contrastino le pagine di cronaca nera dei nostri quotidiani, abbiamo urgenza di qualcuno che ci parli di Dio nel modo giusto, che ci sveli – infine! – il suo volto radioso e sereno. Se vi dicessi: "Se fai il buono Dio ti ama e ti punisce se ti comporti male" che razza di buona notizia sarebbe? Se restassi inchiodato alla mia connaturale negativa visione di Dio, come potrei darvi una speranza? Luca, forzando un po' la mano, ci dice che tutti restarono ammirati dalle parole di grazia che uscirono dalle labbra del figlio di Giuseppe. Molto più realisticamente, come annotano gli altri evangelisti, Gesù verrà contestato e deriso per questa sua uscita. Non importa: anche se veniamo derisi, facciamo in modo che oggi, al rientro dalle vacanze, alla fine di questa settimana, all'inizio di questo 2003, siamo capaci di dire parole di grazia, di svelare il vero volto di Dio a quanti incontreremo sulla nostra strada, ad esseri portatori di buone notizie una volta tanto, del dire ai nostri colleghi, alla mia sposa, al mio vicino: "Dio ti si è fatto vicino, stai lieto!" Tu ci hai portato una splendida notizia, Signore: che Dio non sta immobile nella sua perfezione sulle nuvole a scrutare stanco i nostri destini, ma che – invece – Dio ci vuole salvi, Dio ci ama, Dio ci insegna la strada per la felicità. Onore a te, Amico degli uomini! |