Omelia (26-01-2011) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Ecco, il seminatore uscì a seminare... Oggi l'evangelista San Marco ci riporta lungo la riva del mare; e ci sembra di camminare con Gesù, proprio in un giorno pieno di sole. Subito "si riunì attorno a Lui una folla enorme, tanto che Egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole, e diceva loro nel suo insegnamento: Ascoltate!... "ecco, il seminatore uscì a seminare...". Il seminatore è Lui, è Gesù che semina nei nostri cuori la sua Parola, che è Parola di Dio. E noi che facciamo?... Gesù semina la sua Parola benedetta sempre con generosità e sono anni che questo avviene ogni domenica, magari anche ogni giorno. Ma abbiamo migliorato almeno un poco?... Il nostro cuore è recettivo? Sono sicuro che tutti facciamo ogni sforzo perché sia morbido il nostro cuore come terreno di giardino, ben lavorato... un terreno buono per accogliere la buona semina. Perché la Parola di Dio germogli dentro di noi e cresca, portando frutti, è necessario che il cuore, dove essa viene seminata, sia un cuore docile, umile, accogliente. Questo voleva dire Giovanni Paolo II quando dalla loggia di San Pietro ci invitava tutti, dicendo: "Aprite lo poteva Cristo!". Ma se questo nostro cuore è tutto immerso nelle dissipazioni mondane... ecco che arriva satana con la sua tentazione e si porta sùbito via la Parola preziosissima seminata in noi dalla misericordia di Dio. Altri, sì, l'accolgono la Parola, l'ascoltano, ma sono duri di cuore, duri come sassi e non hanno radici in se stessi e sono anche incostanti, e alla prima prova spirituale e di fronte ad una qualunque tribolazione o persecuzione, vengono meno, si scoraggiano e non camminano più e si fermano. Altri ascoltano la Parola di Dio in chiesa, ma poi tornano a casa e non riescono a viverla, perché si lasciano prendere totalmente dalle tante preoccupazioni della vita e dalla preoccupazione: la Parola resta soffocata, anche perché non viene ossigenata dalla preghiera personale, e rimane senza frutto. Infine, finalmente: la Parola cade un terreno buono, in un cuore buono, umile, paziente, in un cuore orante e misericordioso: lì la Parola porta frutto: il trenta, il sessanta e, addirittura, il cento per uno! Diamoci da fare per portare frutto, ancora di più di sforzo... e con la nostra perseveranza sposteremo le montagne... |