Omelia (13-01-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Marco 1,14-20 Con oggi riprendiamo il tempo ordinario: archiviato il breve tempo di Natale, ripercorriamo la quotidianità ormai condivisa da Dio. "Signore convertimi, ma non oggi". Una frase che fa sorridere, certo, ma che viene dalle labbra di un tipo tutto particolare: Sant'Agostino. Simpatico, no? Penso che un po' tutti (prete compreso) ci ritroviamo. Già, incredibile ma vero: l'uomo, alla notizia di un Dio che ci viene incontro, che ha in mano la nostra personale felicità, che ci può riempire di gioia e di luce, davanti a questo avvenimento storico che sconvolge l'esistenza, davanti a questo inaudito annuncio... sbadiglia! Quale il rimedio? La parola tecnica (uno di quei termini che vanno poco di moda e che a tratti fa spavento o irrita) è: conversione. Cioé cambiare strada quando ci si accorge che ci si sta allontanando dalla meta. Quindi non soltanto parlarne, discuterne, commuoversi, no no, proprio concretamente sterzare il volante della propria vita e porre gesti concreti di adesione al Vangelo. Come? Prima cosa fondamentale è la ragione per farlo. Non ci si converte perché lo dice il prete, né perché sennò si va all'inferno, né tantomeno perché è cosa buona e giusta avere una religione. No, ci si converte perché avvinti, trascinati, convinti, incuriositi, affabulati da questo Gesù che si manifesta nel volto, nel gesto, nel sorriso di un cristiano. Quando intuisco che c'è un "di più" rispetto allo schema che mi sono costruito, allora mi muovo, mi schiodo, pongo dei gesti perché mi fido di questo Gesù che pretende di avere una risposta definitiva sulla mia storia. Si capisce perché gli apostoli abbandonano le reti. Hanno scoperto un di più. Il Regno avanza, è presente, ci ammonisce Gesù. Iniziamo il tempo ordinario con questa semplice verità: Dio ti passa a chiamare là dove sei, in quello che fai, come gli apostoli mentre riassettano le reti. Non abbiamo bisogno di straordinarietà per incontrare Dio, è lui che ci viene incontro, oggi, sul lavoro...A noi allora, di metterci in strada, di entrare in un atteggiamento concreto di cambiamento. Anche il percorso più lungo inizia con un primo passo. Disposti a farlo? Passa, Signore, passa oggi, là dove lavoro, là dove vivo. Passa, Signore e parla al mio cuore perché io, finalmente, mi decida a convertirmi, a cambiare strada, ad essere tuo discepolo, Dio benedetto nei secoli! |