Omelia (01-02-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno La donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male». Come vivere questa Parola? Una scena di vita toccante. E un groviglio di sentimenti umanissimi. Lei, la donna che dentro un dolore fisico lacerante, afflitta anche dall'umiliazione del suo sanguinare nella parte più intima e delicata del corpo, ha compiuto un atto ardito e inconsulto toccando il mantello di Gesù, il Maestro. Lui si è reso conto che una forza di guarigione è uscita dalla sua persona e vuol sapere chi l'ha toccato. C'è la paura della donna scossa da tremore. E c'è stupore del Maestro che la vede aprirsi, pur trepida, in atteggiamento del tutto sincero e fiducioso. È già l'apertura della fede. E la condizione della donna: quel suo male umiliante che la rende, agli occhi degli altri e di se stessa, come una povera cosa fatiscente e vuota, è proprio quello che attira tutto il flusso non solo di guarigione, ma di comprensione, compassione, misericordia da parte di Gesù. Anzi, quel che il Maestro le dice, esprime ammirazione per quel coraggio suo di credere, di fidarsi, di comunicare con lui attraverso il tocco del suo mantello. È una scena semplice ma dove la vita: quella che palpita in noi e quella che nel Signore è sorgiva e medicina, ha ancora per me un'eloquenza che stimola e consola. Signore Gesù, sono io quella (o quello) che ha immenso bisogno di te. Dammi sempre la semplicità e l'audacia di voler toccare te, coi rientri al cuore, con la pratica dei sacramenti, con la preghiera e i momenti di silenzio contemplativo. Dammi di dirti che ti amo, fidandomi del tuo amore che è anzitutto guarigione dai miei mali, dalla mia carenza di amore. La voce di un padre apostolico Nessuna cosa visibile o invisibile mi impedisca di raggiungere Gesù Cristo. S. Ignazio di Antiochia |