Omelia (20-01-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Marco 3,22-30 Lo sposo è con noi, amici, inizia questa settimana con noi, ci aiuta a ricominciare l'attività lavorativa, l'anno nuovo uguale uguale a quello appena passato. Lo sposo è con noi, amici, possiamo dimenticare le abitudini di prima, la religiosità fatta di riti stanchi e ripetitivi, lo sposo è con noi. Agli inizi della Chiesa la meditazione su Cristo sposo era abituale, e il titolo"sposo" tra i più usati nella preghiera; poi, col passare dei secoli, un po' ci siamo dimenticati di questa splendida realtà; certo: Gesù è Maestro di vita, lo acclamiamo Signore, cioè presenza di Dio, Dio stesso, ma è anzitutto sposo dell'umanità. La parola "sposo" è poco usata, oggi, si preferisce "marito", "compagno"... segno di una fragilità nel parlare di amore in questi nostri tempi. No, amici, Gesù "sposo" significa passione, amore, seduzione; Gesù "sposo" significa fedeltà, coinvolgimento, quotidianità. Il rapporto nuovo che abbiamo con Dio non è più un rapporto rispettoso, sì, ma freddo. Ricordo la riflessione di un caro amico cinquantenne, dopo un tormentato periodo affettivo, mi diceva: "Don Paolo, ma quando diciamo che Dio ama significa che anche lui è strapazzato così?" Ho sorriso annuendo; oh, amici, non vi scandalizzate, questa cosa non nega la perfezione di Dio, la sua immutabilità e tutti gli attributi divini! Ma sì, certo, la Bibbia ci parla della passione bruciante di Dio, della sua gelosia, del suo amore. Gesù mi ama, ci ama, come uno sposo fedele; un bel modo per iniziare la giornata con spirito di festa, no? Gesù, sposo dell'umanità, tu ci sveli la misura del tuo amore passionale e adulto per ciascuno di noi; fa' che questo amore sia la nostra festa, che sia il vino nuovo zampillante nella nostra giornata e che la nostra vita cambi, trasformata da tanta inaudita novità! |