Omelia (21-01-2003)
Paolo Curtaz
Commento Marco 2,23-28

Siamo sinceri, amici, i farisei un po' di ragione ce l'avevano. Insomma: mettiamo delle regole, positive peraltro, che ci aiutano e ci sostengono, che ci danno una qualche piccola certezza anche nella fede e nel comportamento, nel sentirci "a posto" con la coscienza, e arriva il Rabbì di Nazareth e si comporta come un anarchico rivoluzionario! Uff, che difficile! Così è amici: Dio ci chiama a libertà ma questa libertà ci è insostenibile e subito ci riempiamo di regole e precetti per poterci presentare davanti a Dio col taccuino in mano, dicendo: "tutto a posto!" Ricordate il drammatico racconto di Dostojewski, la leggenda del grande inquisitore? Egli immagina che Gesù torni in piena inquisizione, in Spagna, e lì Gesù subisce un processo – pur riconosciuto! – e viene condannato al rogo; il grande inquisitore accusa Gesù di essere stato ingenuo: l'uomo non riesce a sopportare la propria libertà, ha bisogno di essere comandato, indirizzato... Parola forte, certo, ma non lontana dalla verità. La regola dello shabbat c'era, aveva una sua ragione di essere, perché cambiarla, perché riportarla all'origine, perché voler affidare all'uomo una sua interpretazione? Gesù non è un adolescente viziato che viola le regole; no: è l'uomo nuovo, libero, che prima della regola mette la persona, che prima della legge mette l'amore che ha portato a quella legge. Ricordiamocelo, amici, quando vogliamo imporre regole a tutti (sempre prima agli altri ovvio!), quando, anche nella Chiesa, storciamo il naso e ci sentiamo giusti, quando pensiamo di convertire il mondo moltiplicando i divieti; certo, non è facile, non siamo liberi come il Maestro, né maturi come lui e rischiamo di mettere il nostro parere come norma morale. Invochiamo allora lo Spirito Santo che – finalmente – ci renda liberi e capaci di sostenere tale immenso dono!

E' difficile essere liberi, Signore, difficile restarlo, difficile comportarsi di conseguenza... ma il tuo esempio ci illumina: l'amore viene prima della legge, l'amore rende liberi, l'amore ci rende capaci di vivere come uomini e donne consapevoli. A te onore e gloria Signore Gesù!