Omelia (08-02-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la no-stra somiglianza [...]». Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Come vivere questa Parola? La creazione, nella sua fase iniziale, si avvia al compimento nell'opera principe che è la chiamata all'esistenza dell'uomo, introdotta da un misterioso plurale: "Facciamo"; e conclusa con il richiamo al "sesto giorno". Elementi biblicamente eloquenti. Sappiamo che i numeri, nella mentalità semita, hanno un loro linguaggio che rimanda ben oltre la semplice indicazione quantitativa. Il "sei" è il numero dell'incompiutezza che si protende verso la pienezza del "sette". Ebbene, l'uomo la cui immagine si proietta su uno scenario grandioso quale è la vita intratrinitaria, progettato quale "immagine" di Dio, cioè luogo della sua presenza, suo fiduciario a cui è affidata l'intera creazione, viene alla luce nel segno dell'incompiutezza. Un errore divino o una nobilissima vocazione? "Facciamo": un plurale inatteso apre questo sesto giorno. I Padri vi hanno visto un primo velato preannuncio della Trinità. Ma non è arbitrario leggervi una parola rivolta all'uomo. In questo caso vediamo Dio che, come un architetto cura la stesura del progetto per poi affidarlo a un impresario edile perché provveda alla realizzazione, consegna il progetto-uomo all'uomo. Non un'opera incompiuta, quindi, ma un progetto grandioso che Dio vuole portare a compimento coinvolgendoci responsabilmente. Dinanzi a noi la pienezza del "settimo" giorno, cioè la certezza che la meta è conseguibile: e sarà partecipazione al "riposo" di Dio. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mediterò sulla grandezza della mia vocazione umana e rinnoverò l'impegno a lavorare nel cantiere di Dio per edificare me stesso e contribuire all'edificazione dei miei fratelli. Mio Dio, mi stupisci ogni giorno di più: non solo mi hai fatto come un prodigio, ma mi hai chiamato a collaborare con te in questo mirabile compito che è l'edificazione di me stesso e dei miei fratelli! La voce di un grande Papa Per Dio l'uomo è il "tu" creato. Tra tutte le creature egli è quell'io personale, che può rivolgersi a Dio e chiamarlo per nome. Giovanni Paolo II |