Omelia (10-02-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. Come vivere questa Parola? È l'alba della creazione. L'uomo, appena uscito dalle mani del Creatore, vede dispiegarsi dinanzi l'intero cosmo di cui è costituito sovrano. Lo sguardo spazia compiaciuto, ma con un velo di insoddisfazione: nulla di quanto lo circonda riesce a saziare il bisogno impellente di un "tu" in cui rispecchiarsi. Così, magistralmente, l'autore della Genesi mette in luce una dimensione essenziale dell'uomo: il suo essere dialogico che lo assimila al Creatore. Il completamento umano (la donna, gli altri) si rivelano così quali doni ben più preziosi dell'intero universo. Essi sono "carne della mia carne", cioè parte vitale di me: il mio esistere non ha senso che nella comunione, in questa tensione verso l'altro. Essi sono "carne della mia carne", cioè partecipi della mia stessa fragilità, di quel mio essere polvere, ma anche di quella grandezza che mi viene dal Soffio divino che mi ha reso essere vivente della vita stessa di Dio. Il limite che condividiamo è un appello a completarci reciprocamente, ad offrire la nostra spalla perché l'altro vi si appoggi e ad accogliere riconoscenti l'offerta della sua. E così, stretti l'uno all'altro in un abbraccio fraterno, realizzare la nostra comune vocazione: essere immagine della Trinità, Unità perfetta in cui ciascuno è pienamente se stesso. Non c'è allora spazio per le riserve prudenti: l'uno può deporre nel cuore dell'altro ciò che è, senza paura di venirne defraudato. Questo il senso di quella nudità di cui parla il testo, manifestazione dell'armonia che segna l'uomo nel suo essere profondo e si riverbera nel suo rapportarsi. Oggi, nel mio rientro al cuore, poserò il mio sguardo contemplativo su mia moglie/marito, sui miei figli, sui miei confratelli/consorelle, su quanti avvicino... Proverò a guardarli come dono e ad accarezzarli nei loro limiti. Quest'oggi, Signore, voglio ringraziarti in particolare per tutti coloro che mi hai donato ponendoli sulla mia strada. Ti ringrazio perché mi permettono di appoggiarmi a loro, ma anche perché mi danno la possibilità di aprirmi al dono. Grazie in particolare per (nominare persone precise). La voce di un testimone La mia vita consiste nel discernere negli altri ciò che li devasta, ciò che li rallegra, e nel comunicare con la sofferenza e con la gioia degli altri. frere Roger |