Omelia (28-01-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Marco 3,31-35 "Fare la volontà di Dio": quante volte l'ho sentita ripetere questa frase! Ma, ad essere sinceri, quasi mai in un contesto di gioia o di fiducia, quasi sempre in bocca a persone che si venivano a confidare durante un periodo difficile, incomprensibile, fatto di dolore ed ostacoli, lunghi racconti di vita, molti peraltro simili che, alla fine, dopo un sospiro prolungato, pronunciavano la fatidica frase: "Se Dio questo vuole, sia fatta la sua volontà!" come a dire: "Chissà che altra tragedia Dio sta facendo cadere sulla mia testa!" No, amici, paganesimo in agguato, attenti! La volontà di Dio nella Bibbia è sempre e solo volontà di bene, desiderio di riuscita. Gesù lo dice esplicitamente in Giovanni: "Questa è la volontà del Padre mio: che nulla vada perduto di ciò che lui mi ha donato": siamo dono del Padre al figlio ed entrambi vogliono la nostra salvezza! Perciò nella Scrittura si dice: "Si compia in me il progetto di bene che Dio ha previsto per me, anche se non lo capisco", sì, perché il problema è tutto lì: ammessa la volontà salvifica di Dio, non sempre qui e ora riusciamo a capirla, riusciamo a realizzarla; può sembrare paradossale ma, alle volte, Dio non riesce a realizzare la sua volontà a causa nostra che, in assoluta buona fede, siamo talmente inchiodati sulle nostre posizioni da non vedere il cambiamento che Dio si auspica! Non ostacoliamo la volontà di Dio in noi, e questa volontà la capiamo vivendo la Parola, frequentandola, vivendola; sì, è vero, vivendo la Parola ci è più chiara la volontà di Dio su di noi e sul mondo intero... Il compiere la volontà di Dio ci rende famigliari di Dio, ci permette di entrare in quella grande famiglia che è la comunità cristiana. Per te, Signore, siamo fratello sorella e madre, e tu ci sei amico e Signore: aiutaci a capire e a condividere la tua volontà di bene, su di noi e sul mondo, che manifesti nella Parola, aiutaci a compiere la tua volontà! |