Omelia (04-02-2003)
Paolo Curtaz
Commento Marco 5,21-43

Due miracoli, splendidi, ci aiutano a volgere lo sguardo a questo Dio che ama la vita e che ci guarisce nel profondo. L'emorroissa, tra la folla, è l'unica che, toccando Gesù, avverte la sua forza, la dynamis, entrare in lei e guarirla; eppure, fanno notare scocciati gli apostoli a Gesù, molti lo stanno toccando, ma ad una sola persona è permesso di ricevere la forza del Maestro. E' il cuore umile dell'ammalata ad aprire la porta della forza del Signore, è la sua fede che la differenzia dagli altri: è il nostro atteggiamento che ci cambia la vita, non l'intervento magico di Dio! La figlia di Giairo è un miracolo straordinario, soprattutto nella descrizione dell'atteggiamento di Gesù: non sentite lo stridore della folla che piange e urla e all'affermazione di Gesù improvvisamente si mette a deriderlo? Gesù li scaccia: il loro dolore è fasullo, di facciata, solo ai genitori e ad alcuni apostoli è concesso di entrare, solo chi davvero è toccato nel cuore da questa tragedia è concesso di capire in profondità il mistero di Dio.

Davanti al dolore degli altri, Signore, donaci la tua sensibilità e la tua fede, la tua delicatezza e la tua potenza, Dio che ami la vita!