Omelia (25-02-2011)
Monaci Benedettini Silvestrini
La fedeltà dono di Dio

È interessante leggere in questi giorni con la dovuta attenzione il libro sapienziale del Siracide. È un vero galateo del credente e conserva una sorprendente attualità. Oggi ci istruisce sul valore e sui rischi della vera amicizia. Valori che sono intimamente legati alla fedeltà al Signore, alla sincerità e al grado di fraternità che abbiamo annesso alla nostra religiosità. Sicuramente ora fa parte del comandamento nuovo che Gesù ci ha donato. È sulla tessa scia quanto proclama il vangelo di oggi. Anche la fedeltà coniugale è possibile soltanto quando è sorretta da una viva fede nel Sacramento e da un piena adesione a Cristo, che è il vero garante dell'indissolubilità del matrimonio. Quando mancano questi due elementi qualificanti il matrimonio cessa di essere sacramento e si riduce ad un patto umano con tutte le fragilità e le debolezze che sempre, più o meno, accompagnano le nostre decisioni. C'è una evidente e significativa proporzione: più è basso il livello e la pratica della religiosità più sono frequenti le separazioni, gli allontanamenti, i divorzi e le unioni di fatto. La statistiche ci dicono che in questi ultimi tempi stiamo assistendo ad un crescendo disfacimento della famiglia: ne soffre la chiesa in prima linea, ma ne soffrono anche le istituzioni civili. Quando la famiglia non è più unita una serie ininterrotta di valori vengono a mancare. Ne sono coinvolti intere generazioni. È urgente pregare per la santità delle famiglie cristiane. Raccomandiamo al Signore anche quelle coppie che con dolore, hanno visto fallire le loro promesse di amore e per i loro figli che ne soffrono le conseguenze.