Omelia (26-02-2011)
Monaci Benedettini Silvestrini
Il fascino dell'innocenza

Soltanto attraverso il dono della autorivelazione di Dio, ci è stato concesso di comprendere al meglio la sua in scrutabile grandezza e il significato più profondo della nostra somiglianza a Lui. Il Siracide ci ricorda la primitiva bellezza e il travaglio del male che si è insinuato nella nostra esistenza dopo il peccato. Abbiamo perso l'innocenza e la primordiale innocenza. Bellezza e innocenza che Gesù invece scorge più nitida nei bambini che accorrono a Lui. Egli deve rimproverare lo zelo inopportuno egli Apostoli, che cercano di allontanarli nel timore che la loro vivacità potesse essere di disturbo al Maestro. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso».E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. Viene spontaneo ai nostri giorni invocare con tutta la nostra fede che Gesù ripeta il suo gesto benedicente su tutti i bambini del mondo. Che siano cancellate per sempre le violenze fisiche e spirituali che vengono perpetrate nei loro confronti. Gesù dice con insolita severità: «Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!»