Omelia (02-03-2011) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Farsi servi per essere primi La scrittura oggi, è desunta ancora dal libro del Siracide, mette sulle nostre labbra una splendida preghiera da leggere, da meditare, da recitare con fervore. Viene proposta nell'ufficiatura divina e anche nella liturgia. Benché proveniente dall'Antico Testamento, è un bel modello di preghiera, una intensissima invocazione personale e collettiva alla divina misericordia. Il vangelo ci offre la prosecuzione di quanto abbiamo sentito ieri nella risposta che Gesù da a Pietro. Ha garantito cento volte tanto di quanto i suoi lasciano per seguirlo, precisando però "insieme a persecuzioni". Su questa scia leggiamo la sconvolgente dichiarazione odierna:: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte, lo flagelleranno e lo uccideranno, ma dopo tre giorni risusciterà". È la via della croce, quella che Gesù sta prospettando. È la "persecuzione" che dovrà soffrire il figlio dell'uomo, è l'approssimarsi della passione. Un discorso duro che gli apostoli stentano a capire. Diversi fra loro, ma è un pensiero che serpeggia ancora nella chiesa e nel mondo, hanno le mente rivolta in ben altra direzione: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Sedere nella gloria senza passare per la passione, senza bere il calice amaro del martirio: ecco la presunzione di Giacomo e Giovanni e non soltanto loro. Non hanno capito che il primato per i seguaci di Cristo Gesù si attua per una via completamente diversa da quella del mondo: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti". Gesù darà loro l'esempio facendosi più che servo, schiavo, schiavo che volontariamente si lascia immolare sulla croce. È guardando il crocifisso che tutti i nostri pensieri di superbia e le nostre velleità, lì s'infrangono e si dissolvono! |