Omelia (07-03-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Per la nostra festa di Pentecoste, [...] avevo fatto preparare un buon pranzo [...]. Dissi al figlio Tobia: «Figlio mio, va', e se trovi tra i nostri fratelli deportati a Ninive qualche povero, che sia però di cuore fedele, portalo a pranzo insieme con noi. Come vivere questa Parola? Tobi, un giudeo la cui fede e il cui amore per Dio lo spinge ad esporre la propria vita pur di soccorrere i fratelli, non si sente di mettersi a tavola, in un solenne giorno di festa, dimentico di chi vive nell'indigenza e non potrà in quel giorno gioire anche concedendosi di saziare la fame. Manda quindi il figlio a cercare un povero da invitare a mensa. Lo sviluppo del racconto non fa' che rafforzare questa immagine di fedele attento agli altri proprio perché credente. La fede in Dio, quando è autentica e non una semplice vernicetta di occasione o un comodo rifugio, necessariamente rimanda ai fratelli, dinanzi alle cui necessità non si può rimanere indifferenti. È tutta la Sacra Scrittura a documentarlo, dalle parole veementi dei profeti a quelle degli apostoli, per fermarci solo ad alcuni esempi. Si tratta, in fondo, di assumere lo stesso atteggiamento di Dio, il Mise-ricordioso, che Gesù, sia con il suo esempio concreto sia con le parole, ci propone di imitare. Quel "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo" (Es 3,7-8a) che troviamo nell'Esodo, ci interpella personalmente. Oggi sono io quel Mosè quel Tobi che è chiamato ad essere la mano provvidente di Dio che soccorre, lenisce, anche solo con l'affettuosa presenza e il partecipe ascolto, quando non si può fare di più. Nella mia pausa contemplativa, cercherò di scavare in questa pagina edificante della Bibbia per cogliervi l'appello che Dio rivolge a me oggi. Apri i miei occhi, Signore, sulle necessità dei miei fratelli. Sciogli la durezza del mio cuore perché in esso possa risuonare il grido di aiuto di chi geme non solo nella povertà materiale ma anche, e ancor di più, in quella spirituale. La voce di un dottore della Chiesa Il pane che a voi sopravanza è il pane dell'affamato; il vestito appeso nel vostro armadio è il vestito di colui che è nudo; il denaro che tenete nascosto (in banca) è il denaro del povero; le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete. San Basilio |