Omelia (09-03-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore.

Come vivere questa Parola?
Le ceneri aprono il sacro tempo della quaresima, questa primavera dello spirito che invita a rompere la corteccia del cuore che i rigori invernali dell'egoismo, sempre insorgente, possono aver indurito. Una difesa istintiva che siamo tentati di erigere di fronte alle prove, ma che blocca la gioia della fioritura e la ricca stagione dei frutti, per cui siamo creati.
L'invito è a lacerare il cuore. Un termine che richiama la sofferenza dello strappo da cui ci verrebbe da rifuggire. Ma a leggerlo in profondità, accostandolo ad altri passi biblici, vi troviamo non un invito alla morte ma alla vita, alla pienezza della vita. Già l'immagine della corteccia che si spacca per lasciare alla gemma la possibilità di esplodere parla di vita, più ancora quella, introdotta da Gesù, del grembo materno che si apre per dare origine a una nuova esistenza.
Ecco, cos'è la quaresima: il tempo veramente propizio per scavare in profondità, rimuovere quanto rischia di soffocare la parte più autentica di noi stessi, quella che attinge direttamente alla Sorgente, a Dio. E il tutto per un di più di vita!
Non c'è spazio per una religiosità superficiale, per atti puramente esteriori. Il gesto di "lacerarsi le vesti", tradotto oggi con il rito penitenziale delle ceneri, ha senso solo se è espressione di un cuore che intende schiudersi all'azione della grazia e riprendere slancio verso Dio.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi metterò a nudo dinanzi a Dio chiedendo umilmente che mi faccia riconoscere eventuali incrostazioni del mio cuore e mi aiuti a rimuoverle.

Aiutami, Signore, a lacerare il cuore e non le vesti, senza timore di mettere a nudo la mia vulnerabilità. Solo così potrò offrire a te e ai fratelli un cuore capace di palpiti di amore autentico.

La voce di un dottore della Chiesa
Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia.
San Pietro Crisologo