Omelia (01-11-2003) |
padre Paul Devreux |
Commento Matteo 5,1-12 Gesù vede le folle, e le folle cercano di vedere Gesù; perché? Non tutti sono malati o desiderosi di chiedere qualche cosa a Gesù, ma tutti vogliono vederlo! Anche oggi viviamo cose simili, quando vogliamo vedere P. Pio, Madre Teresa, il Papa. Vogliamo vedere il Santo. Ma cosa speriamo di vedere esattamente? Forse un riflesso di Dio; il Santo dei Santi, il Santo per eccellenza, il totalmente altro! Poi, quando riusciamo a vederlo subito nasce un altro desiderio: che lui veda me, per essere in qualche misura in lui, nel cuore e nella mente del santo, affinché mi porti nel cuore e nella mente di Dio. Nel santo vedo ciò che desidero: uno che riesce a vivere in comunione con Dio. Gesù guarda queste folle assetate di Dio, desiderose di santità, e decide di far loro un regalo, indicando la via migliore per entrare in comunione con Dio, cioè la via per mettere in pratica il comandamento dell'amore. Questa via sono le beatitudini, che sono anche lo specchio di Gesù. Se uno volesse dipingere Gesù, dovrebbe dipingere le beatitudini. Gesù dice: Beati quelli che scelgono di essere poveri, miti, misericordiosi, operatori di pace, beati quelli che accettano di essere afflitti e perseguitati per causa sua, perché di essi è il regno dei cieli, perché saranno consolati e saziati, perché troveranno misericordia e saranno chiamati figli di Dio. Non vedo cosa potrei desiderare di meglio. Signore grazie per i tuoi santi e per la via delle beatitudini. |