Omelia (28-03-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio. L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Come vivere questa Parola?
Nel salmo responsoriale di oggi l'immagine della cerva che corre al fiume o al ruscello esprime con forza quella sete esistenziale che è al fondo del cuore umano e che, essenzialmente, è sete di Dio.
Che l'uomo lo sappia o no, proprio per il fatto di essere uomo (e non come il cavallo o qualsiasi altra creatura) dentro di lui brucia una sete, un desiderio ardente: il desiderio di Dio, del suo amore infinito.
E il bello è che Dio stesso è assetato. Dice un antico padre della Chiesa: Deus sitit sitiri - che significa: Dio desidera ardentemente che l'uomo sia abitato dalla sete di lui. E perché questo? Per una ragione profonda e proprio di autentico amore: perché Dio sa che soltanto nel suo amore si placa il desiderio del cuore umano. Lo diceva bene S.Agostino: "Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te".
La cerva del salmo odierno corre all'acqua viva e non ad acque torbide, inquinate; ma noi a volte cerchiamo di dissetarci desiderando di "possedere" cose o persone per un appagamento egoistico che poi ci lascia amareggiati delusi vuoti: il peggiore inquinamento!

Signore, in questo correre dei giorni verso la tua Pasqua purifica in me la "sete", fa' che diventi profondo desiderio di te, di tutto quello che unisce a te e che del tuo amore mi fa vivere.

La voce del Papa
Anche l'uomo del terzo millennio desidera una vita autentica e piena, ha bisogno di verità, di libertà profonda, di amore gratuito. Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l'anima dell'uomo ha sete di Dio, del Dio vivente.
Benedetto XVI