Omelia (10-03-2003)
Paolo Curtaz
Commento Matteo 25,31-46

Il lungo vangelo del giudizio finale in Matteo, al capitolo 25, pagina di cui probabilmente faremmo tutti volentieri a meno di leggere e – soprattutto – di vivere, ci richiama ad una realtà essenziale della vita cristiana: la concretezza. E' nel fratello che siamo chiamati a riconoscere il volto del Signore anche quando – e accade spesso! – il volto del Signore è difficilmente riconoscibile nel volto sfigurato dalla rabbia e dalla superficialità magari proprio del mio collega d'ufficio. Proprio per questa ragione abbiamo bisogno di quaresima, di essenzialità, per riconoscere in noi i pilastri del discorso cristiano, le profondità del vangelo,. Chiamati oggi a riconoscere il volto del Signore proprio nei piccoli e negli ultimi, cerchiamo di vivere consapevolmente ogni nostra scelta, ogni nostro incontro, ogni nostra parola sapendo che, chissà, magari dietro lo sguardo corrucciato del mio vicino di metro si nasconde proprio il volto di quel Dio che cerco da una vita...

Il tuo progetto è chiaro, Signore, nulla è nascosto di ciò che hai detto, nulla è ambiguo in ciò che chiedi: saremo giudicati sull'amore. Rendi il nostro sguardo sufficientemente limpido, oggi, per riconoscerti.