Omelia (01-04-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Ascolta, popolo mio: contro di te voglio testimoniare. Israele, se tu mi ascoltassi! Non ci sia in mezzo a te un Dio estraneo e non prostrarti a un Dio straniero. Sono io il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto salire dal paese d'Egitto. Come vivere questa Parola? Com'è bello, com'è stimolante per il nostro cammino spirituale incontro alla Pasqua, questo ripetersi di un invito tanto importante: Ascolta! Se tu mi ascoltassi! Che cosa vuoi che ascolti, Signore? Anche se il sottofondo socioculturale è l'assordante musica da strapazzo che invita a rimpizzarsi di ricchezza materiale, di roba e di cose che passano, io ho una profonda sete di te. Sì, sono come la samaritana al pozzo di Sicar, ma ho bisogno di capire esistenzialmente che sei tu, Signore, a farmi uscire dall'Egitto dei miei idoli, quando mi lascio prendere, distrarre e coartare da quello che non è te e non serve al tuo Regno. Tutto questo (sia pure una persona o una cosa idolatrata come il centro della mia vita) prima mi dà piacevolezza e m'illude come fosse davvero ciò che il cuore cerca. Poi necessariamente, decisamente mi delude. Come quando accosti un fiore, convinto che ti inebrierà di profumo, e invece l'odore di plastica ti disgusta l'olfatto. Per camminare ormai più speditamente bisogna anzitutto identificare ciò che è idolo nel cuore e poi dargli lo sfratto. Cosa che si riesce a fare se il cuore si educa sempre all'ascolto. Anche oggi, Signore, dammi la mia buona pausa contemplativa, fuori dalla fretta, dall'ansia, dall'agitato attivismo e dalle angoscianti preoccupazioni. Ascoltare te è terapia di pace per il mio cuore e per la mia vita. Ascoltare la tua parola è capire sempre più che mi ami e mi chiami ad amare, perdonando e facendo del bene a tutti, del male a nessuno. La voce di un sacerdote e scrittore francese Se sapessimo ascoltare Dio, sentiremmo che ci parla. Infatti Dio parla. Ha parlato per mezzo del suo Vangelo. Parla pure per mezzo della vita, questo nuovo vangelo di cui noi stessi scriviamo ogni giorno una pagina. Ma, siccome la nostra fede è troppo debole e la nostra vita troppo umana, di rado riceviamo il messaggio di Dio. Michel Quoist |