Omelia (18-03-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Matteo 23,1-12 Strana epoca la nostra. Siamo tutti allergici all'autorità, all'obbligo, indispettiti quando qualcuno fa pesare il suo ruolo, tutti - giustamente - vogliosi di autonomia e di libertà, non sappiamo fare a meno di affidarci al "guru" di turno, al mistico che - più o meno ragionevolmente - ci dia un consiglio, una dritta sul come risolvere i nostri problemi, sul come affrontare le nostre fragilità. Il nostro è un tempo pieno di maestri, di tuttologi, di opinionisti, più aumenta il senso di insicurezza e la relatività del pensiero e più aumentano coloro che hanno qualcosa da dire. In questo clima si inserisce, oggi, il pensiero sconcertante di Gesù, Maestro diverso, guru che non coltiva l'immagine della sua persona, leader che si occupa più dei suoi discepoli che del suo successo, Gesù è e resta un Maestro unico nella storia, che non si è lasciato travolgere dal potere ma che, al contrario, ha scoraggiato da subito fanatismi e atteggiamenti immaturi da parte dei suoi discepoli. Gesù vive in un contesto in cui l'autorità religiosa era dato acquisito: la storia di Israele era zeppa di rabbini, persone sante e motivate, che avevano fondato scuole di pensiero. Gesù, però, ridicolizza gli atteggiamenti dei meno grandi rabbini suoi contemporanei, che pensano più all'apparenza che alla sostanza, che giocano con la loro autorità. La conclusione di Gesù è indiscutibile: l'unico vostro Maestro sono io, voi siete tutti fratelli. Abbiamo bisogno, ancora oggi, di persone significative che ci diano una mano nel difficile mestiere del vivere, parole che non siano abitudine o sicumera, ma profezia e speranza. Tutti abbiamo un maestro (o più di uno): l'opinione della gente, i miei appetiti, il vincente di turno... l'importante è scegliersi il Maestro giusto. Ai discepoli del Nazareno è chiesto di avere solo lui al centro della vita, le sue parole e i suoi gesti, e di seguirlo con riflessione adulta, con passione ferma e critica, con verità del cuore, senza deleghe, alla scoperta di un Dio adulto che ci tratta da adulti. Tu solo sei nostro Maestro, Signore, e ci insegni a vivere, Dio benedetto nei secoli! |