Omelia (21-04-2011) |
padre Paul Devreux |
Giovedì Santo, ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. Durante questa cena Gesù desidera manifestare ai discepoli quanto Dio ama l'uomo, e lo fa preannunciando il dono totale di sè che gli evangelisti ricordano in due modi diversi: Marco, Matteo e Luca ricordano che Gesù istituisce l'Eucaristia con la consacrazione del pane e del vino, immagine del suo corpo e del suo sangue versato per noi, mentre Giovanni ricorda la lavanda dei piedi, anche essa segno della sua totale disponibilità a servire la nostra vita. Notiamo che Gesù dona l'Eucaristia e lava i piedi anche a Giuda, pur sapendo che Giuda lo sta per consegnare all'autorità. Segno che riesce ad amare anche chi gli è nemico, e con Giuda farà ancora di più, perché dopo avergli detto che sa benissimo cosa sta per fare, fa in modo e maniera che gli altri discepoli non gli saltino addosso per linciarlo e poi gli apre le porte del Cenacolo perché possa andare liberamente al Sinedrio, dicendogli di andare, di fare quello che deve fare, in modo che i discepoli lo lasciano uscire nella massima tranquillità. Per Giuda quella poteva essere l'occasione per capire quanto Gesù l'amava e lo lasciava libero anche di consegnarlo. E cosi è anche per tutti noi, ai quali il Signore lascia la massima libertà di aderire o di allontanarci dal suo regno, sempre pronto a riprenderci e a credere in noi e nella nostra capacità di amare per costruire un mondo migliore, cioè il suo regno. Contempliamo Gesù, disposto e capace di lavare i piedi a chiunque, e che insiste per poterlo fare, come fa con Pietro, e non chiede ai discepoli di lavarsi i piedi prima per poter essere degni di lasciarsi lavare i piedi da Lui, ma lava Lui i piedi a loro semplicemente perché gli vuole bene e vede che ne hanno bisogno. L'unica sua speranza, ma che non deve essere presa come una sua pretesa o desiderio di una controparte, è che questo gesto susciti in loro il desiderio di fare la medesima cosa agli altri. Gesù desidera ardentemente vivere questa cena anche con noi. |