Omelia (31-03-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Giovanni 4,43-54 Gesù, un umanissimo Gesù, sale da Gerusalemme verso la Galilea. Ma è scontento, teso, è stato accolto male dai suoi: nessun profeta è bene accetto in patria. E invece accade l'imprevisto: alcuni concittadini, trovatisi a Gerusalemme durante la festa, hanno visto ciò che Gesù ha fatto e – affascinati – hanno cambiato idea. Gesù, piacevolmente stupito, esaudisce l'insistente preghiera del funzionario del re per suo figlio malato. Che bello poter smentire il Signore, d'ogni tanto, che bello incoraggiarlo, dirgli che ha fatto bene a salvare l'umanità. Dedichiamo la nostra giornata al Signore, diciamogli che il suo volto ci ha cambiato la vita, diciamoglielo, sosteniamo il nostro Dio che – come a Betania – cerca amici con cui confidarsi. Umanissimo Dio questo Dio che viene incoraggiato, umanissimo Dio questo Dio che crede nell'uomo e vede che – alle volte – l'uomo davvero può cambiare atteggiamento e convertirsi. Siamo la gioia di Dio, ringraziamolo, oggi, per tutta la vita in abbondanza che egli ci ha donato! Lode a te, Signore Gesù, che ci restituisci dignità e vita; noi ti ringraziamo per l'amore con cui ci hai colmato! |