Omelia (01-11-2003) |
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Santità La liturgia di oggi si è aperta con l'invito alla gioia: "Rallegriamoci tutti nel Signore!". E perché? Perché celebriamo la festa di una grande moltitudine di eletti che già partecipano in cielo della felicità stessa di Dio. Chi sono questi eletti, questi santi? - In primo luogo, i santi sono quelli "canonizzati dalla chiesa, dopo aver esaminato attentamente il mistero della loro vita e aver constatato che essi l'avevano resa conforme al "codice di vita" proclamato da Cristo con le beatitudini. - Ma sono santi anche tutti coloro che, amorosamente sottomessi alla volontà di Dio durante tutta la loro vita, hanno meritato di essere introdotti alla presenza del Signore, per sempre. Sono i santi anonimi, e sono i più numerosi, e lo sono come quelli canonizzati, anche se la chiesa non ha potuto metterli ufficialmente sugli altari. - E perché li festeggiamo? Perché essi sono i veri vincitori: hanno riportato la vittoria più difficile: su se stessi e sulle passioni che si agitano nell'uomo, sul mondo e sul demonio che sempre tentano al male; hanno combattuto per rendere la loro vita conforme al vangelo. Più dei grandi generali di cui la storia esalta le imprese, essi meritano gli onori del trionfo, del trionfo eterno. - Abbiamo anche noi qualche speranza di partecipare un giorno al loro trionfo? Non dobbiamo neanche dubitarne: Cristo non esclude nessuno dalla salvezza ch'egli ha portato. Però Cristo non la impone, ma solo la propone: " Vieni e seguimi!". Ognuno è libero di accettare o di rifiutare. Però seguirlo vuol dire prendere sulle spalle la croce della vita e delle sue difficoltà, e portarla come lui ha portato la sua. Seguiamo Cristo con coraggio, con la fede nella sua parola, prendendo sul serio le beatitudini e praticando l'amore verso i fratelli. Un giorno il cielo si aprirà per noi come per gli eletti di Dio, i santi. Questa è la nostra speranza! |