Omelia (02-11-2003)
LaParrocchia.it
Ricordiamo i nostri defunti

Anche noi, proprio come gli increduli, ci troviamo ad affrontare il mistero, o lo scandalo della morte. C'è una differenza: che mentre essi ne cercano invano il senso, noi lo troviamo nella parola di Cristo nostro Signore, e molto più luminoso e consolante delle nostre più audaci speranze. E così "il giorno dei morti" non sarà più per noi un giorno di tristezza né di tetra disperazione, ma:

- Un giorno di speranza. La morte non è un termine: è un passaggio. La morte non separa: essa riunisce presso Dio e in Dio "coloro che si sono addormentati nella fede". Gesù Cristo, con la sua risurrezione, ha fatto scaturire la vita dalla morte. "Io sono la risurrezione e la vita - egli ha detto. - Chi crede in me, anche se muore, vivrà".

- Un giorno di preghiera. La preghiera ci permette di ritrovare i nostri cari scomparsi, di ravvivare il loro ricordo e la dolcezza del loro affetto; ci permette di intercedere in loro favore presso Dio, se non fossero ancora entrati in possesso della felicità eterna; la preghiera sottrae anche noi alle attrattive delle futilità terrene, per ricordarci quali sono e dove sono i veri valori.

- Un giorno di gioia. Certamente il cuore si stringe e le lacrime scorrono quando noi evochiamo il ricordo delle persone care che ci hanno lasciato. Ma questo rammarico e queste lacrime non ci devono impedire di provare nell'intimo del cuore una soave dolcezza: quella suscitata dal pensiero, anzi dalla certezza, che tra non molto tempo
- la vita passa così veloce - saremo tutti riuniti per sempre nell'eterna comunione con Dio.