Omelia (25-04-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a voi!" Come vivere questa Parola? Le donne che - dice il vangelo - seguivano Gesù nelle giornate con i suoi discepoli aiutando il gruppo coi loro beni, avevano pianto tutte le loro lacrime alla morte di Gesù. Si può dunque ben immaginare che cosa fu per loro il sentirsi dire da Gesù stesso che era risorto. Il testo parla di "timore e gioia grande". Sì, timore reverenziale di fronte al mistero. Non paura ma santo timore: dono dello Spirito Santo, dono suscitato da Lui nel nostro essere, quando l'esperienza spirituale che viviamo è forte e ci pervade interamente. Ma, più forte del timore, una grande gioia, che è frutto dello Spirito Santo muove all'annuncio. Il cristiano è all'insegna di questi connotati. Il "timore" santo: quell'amore reverenziale per cui il suo essere e il suo fare come il suo dire: tutti, nella sua persona, esprime convinzione, autenticità. La "gioia grande" è quell'irradiazione di tutto l'essere che, percependosi amato da Dio, non può non effondere la contentezza, sobria e luminosa, fuori di sé. Le donne trepide e gioiose ci insegnano come il cristiano è chiamato ad annunciare, nella sua vita, il Cristo risorto. Ed è dentro questa vita, sulle strade del quotidiano, che Gesù stesso viene ad incontrarle: "Pace a voi". E lo dice oggi a te, a me, ad ognuno che dalla Parola si lasci convincere a credere. Perché avere fede è sostanzialmente fidarsi di UNO che è morto ed è risorto. Oggi, nel mio rientro al cuore, pregherò proprio così: Mi fido di te, Signore, con te non temerò alcun male! La voce di una suora, Figlia di Maria Ausiliatrice La gioia mi sgorga dal cuore perché Tu sei in me e io in Te. Sgorga in cuore a me perché io la doni a tutti quelli che avvicino. Se la tengo solo per me la spengo. Silvana Marchetti |