Omelia (07-05-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 6,19 Dalla Parola del giorno Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare. Come vivere questa Parola? Gesù, ha appena compiuto un miracolo che fa andare la gente fuori di sé: un uomo così può risolvere tutti i nostri problemi, darci sicurezza e tranquillità. Perché non farlo re e saremo al sicuro? La cosa, probabilmente, solletica anche gli apostoli, sebbene per motivi diversi che vedremo verbalizzati nella richiesta della madre di Giacomo e Giovanni: "Che questi figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno"! Ma Gesù delude tutti, ritirandosi in preghiera. Agli apostoli non resta che affrontare il mare agitato del loro cuore avvolto nel buio della tentazione. Una cosa però hanno imparato: a non stare con le mani in mano! Li vediamo infatti impegnati con i remi cercando di raggiungere la riva di Cafarnao, là dove era iniziata la loro avventura accanto al Maestro. Tornare a quel primo istante in cui lo si è incontrato e si è rimasti affascinati da lui, è sempre importante, soprattutto quando le tenebre infittiscono e non si riesce più a percepirne la presenza. Solo la consapevolezza che comunque l'amore da cui allora ci si è sentiti avvolti non è venuto e non verrà meno, mai, può far resistere all'impeto della tentazione, del dubbio, dello sconforto. In questo resistere, nonostante il buio in ci si dibatte, è la prova di amore che possiamo dare a chi tanto ci ama. La nostra fede ne uscirà rafforzata e prima o poi scorgeremo nuovamente la sua figura delinearsi all'orizzonte fugando le tenebre e riportando la bonaccia nei nostri cuori. Oggi, nella mia pausa contemplativa, richiamerò alla mente i momenti in cui ho percepito la presenza di Dio nella mia vita. Mi affido a te, Signore, nelle tenebre che cercano di sopraffarmi spegnendo la luce che tu hai acceso in me. Dammi la forza di continuare a remare fin quando ti vedrò nuovamente comparire all'orizzonte. La voce di un testimone La fede non è un approdo, ma un sicuro orientamento di grazia verso l'approdo. La traversata continua e faticosamente. Chi non ha la grazia di credere è tentato dall'incertezza e dal timore del niente. Chi ha la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu comunicata. Primo Mazzolari |