Omelia (09-04-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Giovanni 8,31-42 "Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" Un'affermazione forte, quella di Gesù, una provocazione per i nostri tempi ammalati di originalità, una riflessione inquietante per l'uomo che vuole a tutti i costi essere libero di scegliere. Il nostro tempo si fa onore di essere diverso dal passato: abbiamo tutti accesso alla cultura, all'informazione (almeno quella che ci propinano) e pensiamo – forse giustamente – di avere tutti i termini di giudizio, senza bisogno di dar retta al preside di turno. Purtroppo questa libertà troppe volte sconfina nel relativismo, nel capriccioso gesto dell'adulto adolescente che vuole provare tutto, dire tutto, senza limiti, senza regole. E i risultati – ahimé – sono sotto gli occhi di tutti: si rischia di passare da una schiavitù ad un'altra, dall'opprimente giogo della morale cattolica al devastante impero delle proprie passioni. Gesù, con coraggio, ci svela che solo la sua Parola ci porta alla libertà, che solo seguendo lui riusciremo ad essere liberi. Liberi dalle passioni che ci impediscono di giudicare, liberi dai giudizi degli altri, dalle nostre paure, dal peccato. Liberi per amare, liberi per donare la nostra vita, non per giocarla in un istinto egoistico che ci distoglie dal vero senso della vita. Sì, o Signore, rendici liberi, oggi, leggeri nel cuore poiché da te amati, puri di cuore perché preziosi ai tuoi occhi. Liberaci da ogni laccio, da ogni tormento, da ogni giro di testa, per essere resi capaci di donare la nostra vita. Tu liberaci, o liberatore, e saremo liberi di amare. Davvero. |