Omelia (14-05-2011)
don Luciano Sanvito
Donato da Giuda

Mattia, il cui nome significa "Dono di Dio",
entra nel collegio apostolico prendendo il posto di Giuda Iscariota.

Indirettamente, Giuda partorisce Mattia.
Anche il tradimento genera un affidamento.
Anche una vecchia fine segna un nuovo inizio.
Proprio perché tutto quanto rientra nel Regno di Dio.
Nulla è disguido, ostacolo o contrarietà: tutto è segno nel Regno.
Non c'è caso, non c'è caos, non c'è interesse umano che predomina.
Tutto quello che avviene attraverso Giuda, porterà all'elezione di Mattia.
Tutto quanto "del" Regno e "nel" Regno di Dio all'opera è sempre collegato.

Attraverso quello che avviene nella storia degli apostoli, si costruisce il Regno.
Un Regno di libertà, nel rispetto della limitata e ancora "in fieri" libertà umana, una attenzione dello Spirito che significa presenza viva che fonde ogni atto con un altro, in una comunione costruttiva: quella della Chiesa in cammino nella storia.

Mattia segna il passo del recupero del dono là dove, con Giuda, il dono appariva perso e sprecato; Mattia ridona significanza piena al segno oscurato da Giuda; ma entrambi, collegati, esprimono la libertà umana e quella divina sempre in connubio, in simbiosi, in "dialisi", affinché scorra il sangue umano e divino; l'uno ad opera del mondo, per la morte; l'altro, sangue divinizzato dallo Spirito per far rinascere e rinnovare la Chiesa, e attraverso di essa, il mondo stesso.

Mattia, sepolto presso il Tempio del Sole, è il sole che mette in ombra Giuda e la sua opera, non eliminandone il contributo di morte, ma illuminandone la vicenda alla luce del Sole Cristico.
Giuda segna il momento del Gesù della storia; Mattia è segno del Gesù della fede.

Uno accanto all'altro si danno la mano per rivisitare la storia.