Omelia (12-04-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Giovanni 11,45-56 E' andata. Decisione presa, condanna sentenziata. Il Sinedrio si è pronunciato e Caifa conferma la fama che lo circonda, e che la storia ci restituisce, di uomo cinico e avido, attaccato al suo ruolo e al suo potere. Difficile ministero quello di Caifa', in tempi difficili. In fondo, siamo seri, Caifa ha più di una ragione: i romani, pur tolleranti verso i paesi occupati, mal digeriscono questa pretesa diversità della Palestina: hanno già concesso molto, moltissimo: la reggenza di un re, il mantenimento del culto, la guardia del tempio ebrea, il tribunale del Sinedrio (senza potere, però), una moneta senza immagine dell'imperatore. Ma il troppo è troppo: Ponzio Pilato non è forse pericoloso e arrogante? Ben diverso dagli altri governatori, non sarà proprio la sua intemperanza a stroncargli la carriera? No, meglio non avere guai, una rivolta popolare sarebbe un guaio insanabile. Meglio che un uomo muoia per tutto il popolo. Tragicomica profezia del Sommo sacerdote: davvero Gesù morirà per dare la vita a tutto il popolo! Bei ragionamenti, analisi corrette, soluzione ineccepibile, salvo il fatto che ad essere ucciso, oltre al buon senso e alla giustizia, sarà proprio Dio. Da tutti i tatticismi, dai compromessi, dalle eccessive distinzioni che rischiano di spazzare via la verità, liberaci, o Signore! |