Omelia (18-01-2009) |
Monastero Domenicano Matris Domini |
Commento su Giovanni 1,35-42 Lectio Contesto Dopo la domenica del Battesimo di Gesù che conclude il tempo natalizio e nel contempo inaugura quello Ordinario, la liturgia presenta sempre, nella seconda domenica, un brano del primo capitolo del vangelo di Giovanni per completare la narrazione degli eventi di manifestazione di Gesù come Messia e Figlio di Dio. Giovanni infatti, dopo il prologo teologico, nel primo capitolo del suo vangelo riporta le parole di Giovanni Battista che fanno riferimento al Messia (richiamandosi alla profezia sul Servo di Dio, testo di Isaia) la chiamata dei primi discepoli, che lo riconoscono Messia e Figlio di Dio e le nozze a Cana di Galilea, luogo in cui si rivelò la "gloria" di Gesù. Solo dalla terza domenica il tempo Ordinario riprende la lettura dei testi dei sinottici. L'intento è chiaro: offrire, prima della narrazione della vita pubblica di Gesù, un quadro completo degli eventi di rivelazione sulla sua figura e la sua missione. Questo interrompe un po' la lettura continua dei singoli vangeli sinottici, introducendo elementi legati al piano narrativo e teologico dell'evangelista Giovanni, fornendo comunque un arricchimento del quadro d'insieme che i testi natalizi hanno inaugurato. Dicevamo che il brano odierno è inserito nel prologo narrativo di Giovanni (1,19-2,12), dopo la sezione dedicata alla testimonianza di Giovanni il Battista (1,19-34); com'è noto l'evangelista colloca il racconto in una simbolica settimana. Il testo odierno si colloca nel 3 e 4 giorno e si può dividere in tre sezioni: la prima occupa i versetti 35 e 37 e ha al centro di nuovo Giovanni Battista; la seconda (dal versetto 38 al 39) è l'incontro di due discepoli con Gesù, seguita dalla terza (versetti 40-42) dove Andrea guida il fratello Simon Pietro da Gesù, riconosciuto come Messia. 35 Il giorno dopo, Giovanni di nuovo stava (là) con due dei suoi discepoli, 36 e, fissando Gesù che passava, dice: "Ecco l'agnello di Dio". Si ripresenta in queste versetti iniziali la scena della pericope precedente e Gesù viene di nuovo designato come l'agnello di Dio (Gv 1,29; Is 53; Es 12; Gv 19,36; Ap 5,6.12), una dichiarazione che si abbina con quella che concluderà questa sezione (Gv 1,51) "Figlio dell'uomo". Il collegamento è stabilito con l'indicazione il giorno seguente. Il gioco dei verbi è importante in questi versetti: Giovanni stava (al passato), perché il suo compito è terminato, ma la sua testimonianza è ancora valida, infatti egli dice (al presente) indicando Gesù ai suoi discepoli. Egli prima vede e poi parla e i suoi discepoli si muovono dopo aver udito. Ricordiamo l'importanza del vedere nel testo giovanneo, reso con sfumature diverse; qui al v. 36 (emblépsas) è un'azione più intensa rispetto al v. 29 (blépei). 37 E l'udirono i suoi due discepoli mentre parlava e seguirono Gesù. Come in tutta la tradizione di Israele la fede si trasmette con l'ascolto: i discepoli odono le parole di Giovanni e solo dopo seguono Gesù; l'ascolto precede il vedere (v. 39) che si rende possibile perché Gesù stesso si manifesta. L'evangelista racconta la chiamata dei primi discepoli, ma a differenza dei sinottici (Mt 4,18-20; Lc 5,1-11; Mc 1,16-20), la scena si svolge in Giudea ed essi sono persone in ricerca, al seguito del Battista, non pescatori intenti al loro lavoro. Inoltre in questi pochi versetti Gesù viene indicato con importanti titoli Cristologici come se la comprensione piena del suo mistero fosse già compiuta (1,36.41 e poi vv. 45.49.51). Altro termine importante seguirono, verbo che indica il movimento concreto ma anche la sequela di Gesù (tema spesso ripreso dai quattro vangeli) e il cammino verso il compimento delle promesse di salvezza. 38 Ma Gesù, essendosi voltato e avendo visto che lo seguivano, dice loro: "Che cercate?". Ma essi gli dissero: "Rabbì - che tradotto significa "maestro" - dove abiti?". Anche Gesù è in movimento, si volge, e rivolge una domanda. Sono le prima parole di Gesù nel vangelo di Giovanni e si ricollegano ad un testo importante verso il termine di questo vangelo, precisamente a Gv 20,15 quando egli rivolge la stessa domanda alla Maddalena. Forse un'implicita domanda ai lettori: cosa cerchi? Stai cercando anche tu come questi uomini e donne, il Messia? I due rispondono con una nuova domanda che sebbene si riferisca al luogo fisico in cui Gesù risiede, acquista una valenza più profonda se riferita anche ad altri passi di Gv (per esempio 12,21.26; 14,2s.23; 15,4s), condividere la vita di Gesù, il suo stare presso il Padre, o il seguirlo nel cammino della croce e della resurrezione. Il verbo abitare si ricollega al dimorare o rimanere e ci fa salire al secondo livello di comprensione del racconto giovanneo che dal piano cronologico-storico passa a quello teologico. 39 Dice loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava, e quel giorno si restarono con lui. Era circa l'ora decima. Riappare il verbo vedere in stretto contatto con venire che, ricordiamo, in Giovanni ha uno stretto contatto con il verbo credere (vedi Gv 6,37.44). L'indicazione dell'ora, oltre a far emergere un ricordo personale segna come una pausa nella narrazione che ha un andamento molto veloce. Forse vi possiamo vedere anche un richiamo all'ora di Gesù, tema importante nel quarto vangelo? 40 Andrea, il fratello di Simon Pietro, era uno dei due, che avevano udito (ciò) da Giovanni e lo avevano seguito. 41 Egli trova per primo il proprio fratello Simone e gli dice: "Abbiamo trovato il Messia" che tradotto significa "Cristo". Interessante notare il passaggio della notizia su Gesù da Giovanni ai discepoli o ora da uno di questi, Andrea, al fratello: il vangelo si diffonde per contatto diretto. Ancora più interessante il fatto che Gesù sia ora designato come il Messia o Cristo, quando appena due versetti prima era un semplice rabbì/maestro. Qui sembrerebbe Andrea il primo a professare la messianicità di Gesù (a differenza della tradizione sinottica che attribuisce a Pietro questo fatto). 42 Lo condusse da Gesù. Gesù fissandolo, disse: "Tu sei Simone, figlio di Giovanni; tu ti chiamerai Cefa" che significa "Pietro". La parola che Gesù rivolge a Pietro ribadisce comunque la priorità di quest'ultimo tra i suoi discepoli; commentando questo passo e dandone una lettura profonda Origene osservava: "Gesù dice che egli si sarebbe chiamato Pietro, traendo questo nome dalla pietra che è Cristo, poiché come saggio viene da saggezza e santo da santità, così allo stesso modo Pietro dalla pietra". Al centro dell'attenzione anche in questo piccolo episodio è però Gesù, che sa vedere in anticipo (ti chiamerai, in futuro) la missione di Pietro, come subito dopo (Gv 1,43-51) leggerà nel cuore di Natanaele. Al centro dei due piccoli racconti di chiamata (38-39 e 40-42) sta dunque la figura di Gesù e la sua identità (Agnello di Dio, Rabbì, Messia) che si svela (è veduta) a coloro che lo seguono. Per la meditazione 1) Quali legami tra l'agnello nella tradizione dell'Antico Testamento e l'uso di questo termine nei testi di Giovanni? 2) Ascoltare, vedere, seguire Gesù nel testo del quarto vangelo: nel confronto con la pericope di questa domenica cosa emerge di particolare? 3) Se la domanda di Gesù: "Cosa cerchi?"fosse rivolta a me..... Preghiamo Salmo responsoriale (dal salmo 39) Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo". "Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo". Ho annunciato la tua giustizia Nella grande assemblea: vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Orazione (Colletta della II domenica del tempo Ordinario - Anno B) O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa' che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen |