Omelia (26-05-2011)
Monaci Benedettini Silvestrini
L'Amore riconosce l'amore

Nel brano del Vangelo di oggi sentiamo un imperativo. Il Signore lo usa ma nel pieno rispetto della nostra libertà. L'imperativo indica la gravità di ciò che Egli ci comunica, la necessità nostra di rimanere nell'abbraccio caloroso del suo amore per vivere nella gioia piena che desideriamo. Fuori dal suo amore, non c'è gioia, non c'è speranza, non c'è nulla, sì, c'è il buio della notte. Osservare i suoi comandamenti non è una mortificazione alla nostra fantasia, anzi, è lo sviluppo più fantasioso della nostra interiorità che spesso ci sorprende come ci sorprendono tutte le opere del Signore. Lui ci dona l'amore con cui è stato amato dal Padre e grazie a questo dono le nostre capacità si amplificano e si rinnovano. Gesù si rivolge ad un gruppo ristretto di interlocutori, forse un po' distratti o irrigiditi quali i discepoli di allora e di oggi. E ci insegna che proprio attraverso queste carenze la sua forza si manifesta, il suo messaggio è trasportato oltre i confini della nostra immaginazione perché sua sia la gloria. Dobbiamo essere annunciatori con la parola e con la vita di ciò che abbiamo visto, ovvero l'Amore incarnato, il nostro Signore. E per annunciare questa Verità, dobbiamo con il cuore seguire il comandamento più grande, amare il Signore e il nostro prossimo, perché l'Amore riconosca l'amore, Dio riconosca la sua creatura.