Omelia (29-04-2003)
Paolo Curtaz
Commento Giovanni 3,7-15

Nicodemo è Maestro, conosce le Scritture. Ha studiato, ha fatto un master, è un dirigente di spicco nel suo ambito, è rispettato e lodato. Eppure gli manca l'essenziale: il capire ciò che viene dall'alto. Grande Nicodemo! Quante volte ti incontro nel volto di amici realizzati, preparati, competenti, attivi, eppure smarriti nel loro cuore, incapaci e analfabeti nelle Parole del Rabbì, timorosi e infantili nel loro approccio a Dio. Dedichiamo tempo ed energia e studio al "dentro", all'essenziale, per essere e diventare capaci di luce, per capire le fitte trame di luce che Dio intesse nelle pieghe dell'umanità. Capaci di leggere e di rinascere, come dicevamo ieri. Non basta conoscere, occorre credere, fidarsi, schierarsi, aderire, donarsi. Lo Spirito ci aiuta, ci spinge verso la Parola, se la vita non ha del tutto assordato la nostra interiorità (e Dio non voglia!), vedremo lo Spirito Santo infiltrarsi in ogni spiraglio della nostra vita per sfondare le nostre resistenze. La strada è la meditazione del dono di Dio in Gesù, quell'essere appeso, innalzato come il serpente nel deserto che ci-mi dice qual'è il vero volto di Dio e ci spalanca il cuore alla fede. La volontà di Dio è sempre e solo il bene dei suoi figli e il suo desiderio è che davvero ciascuno di noi si apra alla scoperta del volto dell'Altissimo. Lasciamo lavorare lo Spirito, amici, che viene quando meno ce lo aspettiamo, che interviene nella nostra vita, che ci cambia il cuore. Lasciamolo lavorare.

Tu solo sei maestro nello Spirito, Signore, e ci inviti ad accogliere la tua parola e convertirci. Non sappiamo come possa accadere, ma anche noi, come Nicodemo, ci fidiamo, Dio benedetto nei secoli!