Omelia (24-05-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Giovanni 14,27

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Gv 14,27


Come vivere questa Parola?

Pace, per gli orientali, è la parola che esprime più di ogni altra la pienezza di uno "star bene in tutto l'essere, tutto quello a cui, chi esiste, può aspirare. Augurare la pace significava dunque augurare il meglio e la sintesi di ogni vero bene.

È una premessa questa a farci meglio apprezzare quel che Gesù ha voluto dire alla vigilia del momento vertice della sua esistenza: quello della sua passione-morte-resurrezione.

"Vi lascio la pace" significa l'eredità, la sua eredità per i suoi seguaci che ha chiamato "amici" e figlioli.

I potenti ricchi di questo mondo lasciano in eredità ricchezze materiali che non penetrano in quelle profondità del cuore umano dove urge il bisogno della pace. Gesù invece lascia ai suoi la pace. Ma - attenzione! - Egli specifica che la sua pace differisce da quella che il mondo può dare. Perché la pace di Gesù non è strettamente imparentata alle ricchezze. Il mondo può darti, a volte, la pace del frigo stracolmo di roba, del conto in banca, dell'ultimo record d'automobile. Ma è tutta roba contingente e... mobile. Ora c'è, poi non c'è più. La pace del mondo è legata all'avere, quella di Gesù all'essere. Se sei giusto, se cerchi il vero, se ti dai da fare perché i tuoi fratelli e sorelle soffrano di meno e vivano in condizioni più umane, ecco la pace sorgere in te e illuminare e dare consistenza d'amore alle tue giornate.

Signore, aiutami a sgombrare il cuore da sensi di colpa ma anche di pretese orgogliose. Se il mio cielo interiore è sgombro io sono illuminato, vivificato da te. E sono pace.

La voce dell'apostolo di Maria Ausiliatrice

La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi sono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine SS. ci aiuti a conservare la fede cristiana.
S. Giovanni Bosco