Omelia (04-04-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 4,50 Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Gv 4,50 Come vivere questa Parola? Gesù è di nuovo a Cana, dove - precisa Giovanni - aveva cambiato l'acqua in vino. Ora un fun-zionario regio lo sollecita a guarirne il figlio che sta per morire. L'accostamento non è casuale: Cana, con il suo banchetto nuziale rallegrato dal vino nuovo "tre giorni dopo", rimanda alla resurrezione, e di vita ritrovata parla l'episodio di oggi con la triplice espressione: "Tuo figlio vive". La fede cristiana è imprescindibile dall'evento umanamente inspiegabile della resurrezione: tro-va in essa il suo saldo fondamento la sua giustificazione e, al tempo stesso, ne offre la conferma a chi sa mettersi in cammino dando credito a Dio. "Va': tuo figlio vive!". Una parola che chiede di essere accolta nella sua nudità, senza offrire al-cun segno di garanzia. Una luce flebile, che non fuga le tenebre ma solo illumina un passo dopo l'altro. Quell'uomo, che posso essere io tu ogni persona, viene messo dinanzi a una scelta: credere senza pre-tendere convalide e mettersi in cammino fidando di quell'unica parola, o ritirarsi disilluso e amareggia-to nel guscio di un'esistenza priva di prospettive e votata inesorabilmente alla morte. Dio vuol compiere il miracolo di restituirti alla pienezza della vita, ma ha bisogno che tu lo lasci agire, fidandoti di lui, mettendo a sua disposizione le tue mani, i tuoi piedi, tutto te stesso per collabora-re attivamente alla realizzazione del suo sogno su di te. Questo è credere: aderire ad una Persona, accoglierne e farne attecchire nel cuore la Parola, ac-cettando la sfida di mettersi in cammino, ogni giorno, con rinnovato slancio, nella certezza che anche per noi ci sarà la gioiosa scoperta di un sepolcro vuoto, perché "tuo figlio vive! ". "Tuo figlio vive!", mi ripeterò quest'oggi, ravvivando la mia fede e riprendendo con coraggio e decisione il mio cammino di credente. Quest'oggi, Signore, voglio presentarti tutti quei figli che gemono sull'orlo della morte spiri-tuale. Fratelli, che tu mi chiedi di accogliere come figli da rigenerare con un atto di fede di cui forse loro in questo momento non sono capaci. La voce di un martire Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con que-sta fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza. Martin Luther King |