Omelia (22-05-2003)
Paolo Curtaz
Commento Giovanni 15,9-11

L'essere nel cuore di qualcuno, essere apprezzato e stimato per quello che si è in profondità, non per quello che si appare o si costruisce, l'essere prezioso nella memoria di qualcuno, essere avvolto da una tenerezza che fa dimenticare il dolore, questo e solo questo è il pieno destino dell'uomo. Viviamo la nostra vita elemosinando amore. Viviamo la nostra vita nella segreta speranza di vedere il nostro cuore colmato di gioia. Ebbene, tenetevi forte: Dio la pensa allo stesso modo. Gesù è venuto perché (lo dice lui!) la nostra gioia sia piena (non a pezzettini) e per farlo dona la sua vita (e scusate se è poco). L'unico problema: trovarci. Già, spesse volte il circuito d'amore viene interrotto dalle nostre lentezze e chiusure, dalla nostra fatica e dal nostro peccato. Se capissimo che Dio ci chiede soltanto di lasciarci amare! Di lasciarci raggiungere dalla sua misericordia! Ed è ovvio che l'amore cambia, mi cambia. Già lo fa l'amore di una persona, figuriamoci l'amore di Dio! Amare l'altro (chiunque esso sia) significa mettere lui al centro della mia attenzione. Significa lasciare che la sua vita, i suoi interessi, il suo modo di essere venga rispettato, accolto, valorizzato. Così facendo il mondo, invece di essere un circuito di gente che si sbrana, potrebbe essere già un pezzo di Regno in cui, nella concretezza del nostro limite e del perdono da dare e ricevere, uno potrebbe sinceramente stare a proprio agio. Essere cristiani significa guardare l'altro (chiunque esso sia) negli occhi e dirgli: "Ti voglio bene". Magari non sono d'accordo su come la pensi, su cosa fai, ma ti voglio bene. E il sentirsi amati, credetemi, sposta il mondo. Fratelli: o la nostra comunità, nella coscienza dei propri limiti, si lascia avvincere dall'amore di Dio per diventare testimone credibile di questo amore, o la nostra fede diventa inutile osservanza. Se il nostro cuore non brucerà più d'amore, il mondo morirà di freddo.

Tu vuoi che la nostra gioia sia piena, tu per noi desideri il bene: insegnaci ad accogliere questa tua splendida volontà, o Signore!