Omelia (09-06-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 17,23 Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Gv 17,23 Come vivere questa Parola? Si conclude oggi questo meraviglioso capitolo del vangelo di Giovanni: il discorso-preghiera dell'unità. Una preghiera sacerdotale di offerta piena, totale, di comunione senza ombre: "Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie" (Gv 17, 10). Una preghiera missionaria allargata a tutti, in tutte le latitudini, senza confini: "Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per le loro parole crederanno in me ... e il mondo sappia che tu mi hai mandato" (Gv 17, 20.23). Una preghiera ecumenica che convoca e abbraccia tutti coloro che credono e crederanno: "Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Gv 17, 21). Essere UNO! Una realtà che da una parte rivela l'amore trinitario: il Padre ama il Figlio e ne è riamato; dall'altra garantisce la missione del Figlio: è segno di credibilità di quanto ha compiuto e di quanto compiranno coloro che nel Suo Nome andranno per il mondo fino agli ultimi confini della terra. È da quella sera intima e familiare, sofferta e offerta, di Gesù con i suoi che la preghiera dell'unità continua incessante e pressante: facci uno, Signore! Oggi, nel mio rientro al cuore, ripeto le parole di Gesù facendo unità con il suo accorato desiderio: "Io in loro e tu in me... perché il mondo creda!" La voce di un vescovo Divisioni, fratture, scismi, separazioni hanno segnato il cammino di 2000 anni di storia e l'invocazione "che tutti siano una cosa sola" ha ritmato i passi, faticosi ma sempre fiduciosi, delle comunità ecclesiali. Da 100 anni una particolare "Settimana" (18-25 gennaio) e il "cammino dell'essere uno" si è fatto supplica sofferta, speranza coltivata, attesa condivisa. Mons. Lorenzo Chiarinelli |