Omelia (04-06-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Giovanni 17,11-19 Una delle più grandi tentazioni dei cristiani nella storia è quella di fuggire il mondo, di costruire un mondo a immagine e somiglianza del proprio pensiero, di forzare la politica e la società al vangelo oppure di andarsene, di fondare città ideali ispirate al vangelo. Ma pare proprio che il Signore Gesù non la pensi così: ci è chiesto di restare nel mondo, di fecondare il mondo, di amarne gli aspetti luminosi, sapendo però che la mentalità mondana può diluire il vino buono del vangelo fino a renderlo insapore. Perciò Gesù prega perché siamo preservati dalla parte oscura della realtà, dal maligno. Pe restare costantemente orientati al Signore, dobbiamo fare spazio in noi alla verità, all'autenticità che deriva dall'accogliere la Parola di Dio. Facciamo in modo, allora, che la Parola di Dio dimori abbondantemente tra noi, affinché possiamo restare nel mondo con semplicità dando testimonianza al Vangelo. Sia oggi il nostro impegno, in ufficio, in casa, a scuola, perché il mondo creda e credendo, abbia la vita. Tu ci custodisci e ci preservi dal maligno e ci insegni ad essere cittadini del mondo; aiutaci a vivere fino in fondo la nostra umanità, come tu l'hai vissuta, Dio benedetto nei secoli! |