Omelia (11-06-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Matteo 10,7-13 Barnaba, cioè "figlio della consolazione", pur non essendo nel gruppo dei dodici si è meritato in battaglia il titolo di "apostolo"; uomo discreto e generoso, riusciamo a cogliere la sua personalità attraverso la splendida esperienza di Luca negli Atti. Barnaba è tra i primi della primitiva comunità di Gerusalemme. Vende un suo campo e ne dona il ricavato agli apostoli e - soprattutto - gode la stima di tutti i discepoli. Sarà lui a far entrare nella comunità il neo-convertito Paolo, superando le tante resistenze nei confronti dell'ex-persecutore e sarà lui, probabilmente, a intuire che i confini di Israele stavano stretti al progetto del Signore Gesù. Così Barnaba ci giunge come un modello di vita cristiana, soprattutto con quello straordinario nome "figlio dell'esortazione, figlio della consolazione"; Barnaba, cioè, ha sempre guardato il positivo nelle situazioni, ha sempre guardato l'aspetto evangelico, e - così facendo - ha dato fiducia a Paolo che diventerà il grande evangelizzatore. Che nelle nostre comunità molti si ispirino a Barnaba, che molti accettino di diventare figli della consolazione, che abbiano a cuore di sottolineare il positivo delle situazioni e di valorizzare i fratelli presenti nelle comunità. Barnaba, figlio della consolazione, insegnaci l'arte preziosa di valorizzare le persone, di dire una parola di conforto, di scuotere e spronare, di esortare e consolare, insegnaci ad amare come hai saputo fare tu, imitando il Maestro Gesù che vive in chi lo ama nei secoli dei secoli! |