Omelia (09-02-2003) |
Paolo Curtaz |
Commento Marco 1,29-39 Dopo una giornata a dir poco frenetica, Gesù si ritira a pregare e, per farlo, ritaglia una parte della notte, rinunciando al sonno. Desta una grande impressione questo Gesù che si ritira a pregare: tutti gli evangelisti lo annotano con stupore. Perché mai Gesù pregava? Aveva bisogno di chiedere qualcosa? Che senso ha Gesù in preghiera? Certo: se la preghiera è, così come spesse volte pensiamo, un chiedere, un elemosinare, non ha nessun senso che Gesù preghi. Ma se la preghiera è invece un dimorare nel cuore di Dio, un aprire la propria vita e lasciarla abitare dalla sua presenza, allora ha senso pregare. E Gesù è Maestro nella preghiera. Ci immaginiamo questa intimità profonda che Gesù ha col Padre. E un po' la invidiamo. Cos'è per noi la preghiera? Cose ne pensiamo? Come la viviamo? Nel linguaggio corrente "preghiera" è addirittura sinonimo di "chiedere". E in effetti gran parte della nostra preghiera è dedicata al chiedere. Mi ricordo quella simpatica richiesta di san Filippo Neri: "Sia fatta la volontà di Dio soprattutto se assomiglia alla mia"! Non è forse così? In fondo in fondo non pensiamo che sappiamo noi cosa è bene per noi e cerchiamo di convincere Dio ad esaudirci? Gesù vive la preghiera come un cercare la volontà del Padre, perché sa che nella volontà del Padre è la sua felicità. Perciò la sua preghiera è così straordinaria: perché vera. Qualcuno penserà: "cosa è mai la preghiera?". La preghiera, lo vediamo, è questo motore che muove l'azione di Gesù. E' così anche per noi? L'azione scaturisce dalla preghiera, questo è il messaggio di questa pagina. L'equilibrio tra preghiera e azione è fondamentale nella nostra vita interiore: l'una scaturisce dall'altra. Qui ricordo la bella frase che san Bernardo, arcidiacono di Aosta, usava come motto per il suo apostolato di preghiera e carità: "Hic Christus adoratur et pascitur": qui Cristo è adorato e sfamato. Questa è la frase che campeggia sull'Ospizio del Gran san Bernardo. Cari fratelli sacerdoti e religiosi, che dedicate tanto tempo all'annuncio del Vangelo in maniera da riempirvi freneticamente la giornata senza avere tempo di pregare, attenti! Il paradosso è che rischiamo di vivere la vita per Cristo senza incontrare Cristo. Di dedicare le nostre risorse e le nostre energie a Lui senza più avere il tempo di incontrarlo... paradossale, ma è così. La buona notizia che Gesù ci viene a portare è che possiamo avere un colloquio intimo con Dio e che questo può riempire il nostro cuore. E questo colloquio è la preghiera. |