Omelia (15-08-2011) |
Gaetano Salvati |
Sposa e via dell'Amore "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente" (Lc 1,49), proclamò l'Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria (Munificentissimus Deus) quando ricevette il saluto di sua cugina Elisabetta. Le meraviglie compiute in lei da Dio, testimoniati dai titoli dogmatici attribuiti a lei, manifestano alla Chiesa il rapporto singolare che la Vergine Maria ha con il Figlio. La solennità odierna afferma con vigore che in Maria di Nazaret risplende già ora la finale destinazione che appartiene ad ogni uomo: lei partecipa, in anima e corpo, alla gloria del Cielo e, al contempo, anticipa il compimento del progetto divino sulla creatura umana, attuato da Gesù per noi risorgendo dai morti e sconfiggendo il peccato. Maria Vergine, assunta in cielo, è la prova vivente che la dignità presente e futura dell'uomo redento da Cristo non risiede nelle rovine della morte, conseguenza della scelta del peccato, ma nella gloria del Dio Uno e Trino. Maria, in questo modo, è l'immagine di ciò che sarà la Chiesa (immagine escatologica). In Maria assunta, la Chiesa contempla ciò che essa spera di essere. Lei è l'immagine e la primizia della Chiesa, la certezza che i beni promessi sono stati realizzati. Lei è il modello cui la Chiesa Sposa apprende per tendere alla santità ed essere profezia nella speranza. Maria è modello di santità per la Chiesa perché, nel dimostrarle l'esperienza dello Spirito, la rinvia al Figlio, cui ella si è pienamente plasmata. Qui la Chiesa imita Maria, percorre lo stesso itinerario spirituale: da lei la Chiesa conosce l'accoglienza pura, verginale, cioè il gusto della dimensione spirituale della vita; la gratuità materna, la carità, il servizio disinteressato verso i fratelli; infine, alla sua scuola si fa esperienza della speranza che anticipa i beni futuri. In Maria assunta la Chiesa riconosce di essere profezia della speranza nel mondo. Guardando a lei, la Chiesa è testimone dell'annuncio del Regno: contro tutto ciò che è contro Dio, il popolo della speranza testimonia che il futuro di Dio è unito con il presente dell'uomo. Icona della speranza, dell'avvenire promesso, Maria è l'immagine dell'uomo chiamato ad amare e a realizzarsi nella carità. Tale realizzazione avviene mediante la conversione, cioè il cambiamento del modo di pensare, di agire e di organizzare i rapporti fra gli uomini. Per mezzo di essa, l'uomo è immesso nel Regno di Dio, inaugurato dall'avvento del Figlio. Il Magnificat, dunque, canto della speranza, della gioia, perché Dio ha rivelato nella storia umana la Sua misericordia, si è inserito, cioè, nella realtà dei bisognosi d'amore e di perdono, diviene il segno rappresentativo della Chiesa: dallo stesso Spirito cui nasce Cristo nel seno della Madre, così nasce anche il cristiano nelle viscere della Chiesa. Rigenerati dallo Spirito, i cristiani sono animati dalla speranza. La speranza che Maria suggerisce alla Chiesa è anticipazione militante dell'avvenire promesso a noi dal Figlio; lei è l'immagine della speranza della Chiesa, del servizio che la Chiesa è chiamata a svolgere per la liberazione degli oppressi. Come Maria, anche la Chiesa deve annunciare che Dio libera i sofferenti, non rimane passivo di fronte alle ingiustizie che animano il mondo. Cosa insegna, allora, Maria di Nazaret, assunta in cielo, all'uomo contemporaneo? In quanto colmata dallo Spirito, Maria è il modello dell'uomo realizzato secondo la volontà e la grazia del Padre. Ciò significa che la creatura umana, espressa in Maria, è chiamata all'incontro, al dialogo con Dio. Nel dialogo o alleanza, Dio rivela l'uomo all'uomo in quanto fatto per Dio, e, quindi, convocato (chiamato) alla comunione fra di essi e con la vita divina. Questa totale reciprocità o donazione all'altro e a Dio, è realizzata in modo esemplare da Maria, Sposa della nuova Alleanza: il Magnificat è il dialogo straordinario della creatura con il Creatore, con il Figlio e con gli uomini. Ma, la tutta Santa non rivela all'uomo solo l'essere in dialogo della creatura; manifesta, altresì, la via cui questa vocazione deve essere realizzata: la via della santità, della reciprocità fra la Grazia donata liberamente e l'accoglienza vissuta gratuitamente. Maria è la figura esemplare della vita vissuta secondo lo Spirito, è il dialogo realizzato, è la pace dell'essere riconciliato con Dio: è, contemporaneamente, il si di Dio e il si dell'uomo. Cari fratelli, nell'esistenza offerta (nel dialogo d'amore fra Dio che chiama e gli uomini) di Maria vi è il compimento del disegno di Dio sull'uomo: lei insegna che solo aprendosi allo Spirito, l'uomo annuncia con la sua carne la liberazione dalla morte. L'assunzione della Vergine rivela, infatti, la sua piena libertà: Maria, allora, non è solo immagine della Chiesa Sposa, ma, nella libertà dell'amore, è il segno della liberazione del mondo; il luogo vivente in cui l'uomo comprende la purezza, la luminosità di una vita dedicata a Dio. La gioia del suo Magnificat è il canto di liberazione nella speranza che vince ogni paura, perfino la morte. Soltanto se accettiamo di vivere nella speranza, nella consapevolezza che i beni del mondo sono passeggeri, troveremo la capacità di comprendere cosa dà veramente gioia e pienezza alla nostra esistenza. Come Maria, apriamo i nostri cuori allo Spirito: rendiamo piena la nostra vita dell'esultanza di Dio. Amen. |