Omelia (15-08-2011) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Dio amore e munificenza. Era il 1 Novembre 1950 quando il papa Pio XII definì dottrina rivelata inconfutabile (Dogma) che Maria sia stata assunta al Cielo in anima e corpo. Come più volte si è detto, quando un pontefice si rivela definitivamente su una verità di fede, quella diventa assolutamente inconfutabile e nessuno può porvi più alcun dubbio ostinato pena la mancata comunione della Chiesa. Nessun dogma pontificio tuttavia è mai scaturito da un abuso di autorità o da una mera conclusione soggettiva in seguito ad elucubrazioni arbitrarie e fantasiose: esso riguarda piuttosto una verità di fede che la Chiesa da sempre ha professato, che rimonta fino alle epoche più remote del cristianesimo e sulla quale il pontefice, dopo opportune ricerche, verifiche e consultazioni, non fa' che intervenire di sua autorità ponendo l'avallo definitivo in modo da consolidare i fedeli nell'ortodossia cristiana. In altre parole in Dogma non è che una conferma autoritaria su quanto la Chiesa ha sempre professato sin dalle origini, non una nuova dottrina che il papa, o chi per lui, ha posto in essere deliberatamente. E così appunto è stato per il Dogma dell'Assunzione della Vergine al Cielo. Pio XII, nella bolla "Munificentissimus Deus" del 1950 ha eclissato ogni dubbio su una verità di fede professata da sempre, sia pure non in modo uniforme, in ogni ambito della cattolicità: davvero Maria è stata assunta al Cielo e inequivocabilmente e questo evento costituisce per noi una verità di fede incontrastabile, alla quale occorre rispondere con il solo atto dell'accettazione consapevole e della volontà. E' vero che la Bibbia non riporta esplicitamente alcun riferimento intorno a questa nostra posizione di fede, ma occorre osservare che la Scrittura, appunto perché Parola di Dio, non può essere letta con la superficialità di un testo letterale ma va scrutata in profondità per poter cogliere nelle sue pagine il contenuto implicito che in essa presenzia oltre che esplicito. Inoltre, la fonte della Rivelazione (a differenza che per i protestanti) è data oltre che dalla Scrittura anche dalla Tradizione orale. Nell'uno e nell'altro caso si riscontra la verità fondamentale sulla Vergine Madre di Dio: non solamente l'anima, ma anche il corpo di Maria è stato elevato alla dignità celeste. Se così non fosse stato, avremmo ragione di dubitare della grande munificenza divina, che 'elargire onori e ricompense a chi ha sempre usato fedeltà e dedizione, che premia la buona volontà e la costanza in modo proporzionato alle pene e alle angosce che la fede, la speranza e la carità di per se stesse comportano. Se si afferma infatti che Dio è Amore, se si sottolinea che la giustizia divina è imparagonabile a quella dell'uomo e che Dio non lascia alcun uomo privo di adeguata riconoscenza, non si può non ammettere il dogma dell'Assunzione: per poter essere la Madre del Verbo Incarnato Maria ha rischiato il ripudio dello sposo, la lapidazione e la condanna sociale a motivo di una maternità strana e indiscutibile, il pericolo della persecuzione di Erode; ha provato l'angoscia e lo sgomento del parto all'addiaccio, l'ostilità della grotta, le ansie della crescita del proprio figlioletto nella vita di stenti e finalmente lo strazio davanti alla crocee. Quale migliore ricompensa divina avrebbe potuto ottenere la Madre di Dio se non quella di avere preservato il suo corpo dalle intemperie e dalla corruzione? Quale riconoscimento più giusto e proporzionato se l'essere associata alla gloria del Figlio? Non sarebbe stato poi neppure coerente da parte di Dio che il corpo di colei che aveva custodito e generato il suo Figlio fosse sottoposto alla senescienza e alla putrefazione o dato in pasto ai vermi. Tanto più che Maria era sempre stata associata al Cristo nella lotta contro il male e nella diffusione della Buona Notizia e se aveva partecipato della stessa missione del Figlio non poteva che condividerne la gloria. Certamente, Maria resta comunque una creatura umana che non ha equivalenti con il divino; non la si deve esaltare alla pari di Dio e di Gesù Cristo suo Figlio e la si deve onorare con un culto di speciale venerazione o amore che non raggiunga gli apogei dell'adorazione o l'apoteosi della glorificazione assoluta. Solo a Dio in culto supremo per eccellenza. Per questo motivo va precisato la Vergine è stata assunta, cioè è stata elevata alla dimensione eterea della gloria nell'anima e nel corpo, ma non è ascesa essa stessa, né ha preso alcuna iniziativa personale per raggiungere questo spessore di gloria e di elevazione. A differenza di Cristo, che è invece Asceso. Nell'Assunzione di Maria troviamo tutti gli elementi per poter riaffermare e sostenere l'amore di Dio, la sua benevolenza nei nostri confronti e sperimentiamo l'obiettività di un culto che esalta questo stesso amore di Dio senza nulla anteporvi e che allo stesso tempo sottolinea come all'uomo siano date molteplici ragioni di speranza e di fiducia perché l'uomo è sempre oggetto privilegiato del Signore. Seppure non possiamo pretendere un destino di gloria corporale e spirituale simile a quello della Vergine, possiamo tuttavia aspirare all'obiettivo universale della salvezza nella vita senza fine che Dio ci ha preparato e per il quale arranchiamo nella vita di tutti i giorni. Siamo incoraggiati e spronati a guardare verso le cose celesti e intanto ne proviamo il gusto, seppure non siamo distolti dalla realtà degli impegni terreni e l'esempio stesso di Maria, con la sua potente intercessione ci incoraggia a perseverare di bene in meglio per giungere alla ricompensa certa che attende anche noi. |