Omelia (06-09-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Colossesi 2, 6-8

"Fratelli, camminate nel Signore Gesù Cristo, come l'avete ricevuto, ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell'azione di grazie.
Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana" (Col. 2, 6-8).


Camminare: un verbo usato qui metaforicamente ma per esprimere la dinamicità della vita cristiana autentica. Niente stasi. Viviamo il nostro quotidiano nel Signore Gesù, così come ci è presentato dai Vangeli, da tutti i testi sacri e dall'insegnamento della Chiesa che, fin dai primi secoli, ha invocato luce di Spirito Santo perché quel che il Signore ha fatto e insegnato venisse consegnato a noi, fuori da "inquinamenti" di false interpretazioni. L'apostolo ci esorta anche ad abbandonarci all'azione di grazie. Bellissimo! Anche le scienze umane (psicologia, pedagogia, ecc.) persuadono l'uomo di oggi a vivere il ringraziamento che ha un potere rasserenante e affina in noi il nostro potenziale d'amore. Non è dunque contro la sana dottrina dei sapienti Paolo, ma ci mette in guardia da quella filosofia in cui il pensiero si perde o schiavizza entro "vani raggiri" che portano lontano dal cuore della verità: quella che non è mai dissociata da Cristo Signore.

Nella pausa contemplativa oggi, quieto e ben rilassato, scendo nelle profondità del cuore. Chiedo quel radicamento nella fede e quella saldezza nella verità in cui Gesù è luce che mi svela il senso della mia giornata: nei particolari e nell'insieme.

Sì, Signore, fammi capire sempre più che sei Tu a trarmi fuori dal vuoto, dai raggiri della mentalità mondana, dalla stasi pessimistica e depressiva.

Dammi la gioiosa dinamicità del camminare in Te, cantando sulle strade della vita il grazie a quel Dio che me l'ha donata e la fa NUOVA ad ogni istante.

La voce di un filosofo e teologo

Non c'è nulla che spaventi di più l'uomo che prendere coscienza dell'immensità di cosa è capace di fare e diventare.
Soren Kierkegaard