Omelia (16-11-2003)
padre Paul Devreux
Commento Marco 13,24-32

Oggi celebriamo la penultima domenica dell'anno liturgico e la Chiesa c'invita a riflettere sulla speranza cristiana: il grande ritorno di Gesù, che verrà a radunare i suoi eletti. Mi apre il cuore alla speranza questa prospettiva?

Gesù c'invita a guardare ai segni premonitori di questa venuta, ma di fatto oggi nessuno ha paura dell'imminenza della fine del mondo. Anzi, direi che il fatto che ci sia qualcuno che la prevede mi può tranquillizzare, perché Gesù ci dice che nessuno la prevedrà. L'unica paura che mi tocca è la paura della mia fine. Quindi posso attualizzare questo Vangelo valutando la mia probabilità di sopravvivenza in questo mondo. L'età e le malattie sono dei segni molto chiari, se li accetto.

Penso che questa prospettiva suscita in noi due tipi di reazioni: una di speranza, l'altra di paura. E' bene che io mi domandi quale di queste due reazioni prevale in me, per fare un bilancio del mio cammino di fede.

La paura della morte mi fa vedere quanto credo alla prospettiva della vita eterna.
La paura del giudizio di Dio mi fa vedere se sono riuscito a diventare misericordioso, perché ognuno tende a pensare che sarà giudicato come lui giudica gli altri.
La speranza in questa venuta mi fa vedere quanto il Signore ha fatta breccia nella mia vita.

Leggendo questa pagina di Vangelo si rimane colpiti dalla prospettiva di una fine del mondo, ma se ci si pensa bene questa è scontata, come è scontata la mia morte. E' una prospettiva normale. Ciò che dovrebbe sconvolgermi non è la prospettiva di una fine, ma bensì il fatto che Gesù mi apre ad una nuova prospettiva, che non è normale, tanto che ciò che il buon senso definisce una fine, il cristiano può considerarlo un passaggio per una nuova vita. Questo è sconvolgente. Ma a me, sconvolge? Condiziona in qualche modo la mia vita e le mie scelte, o mi lascia indifferente? Anche questo può aiutarmi a fare un discernimento sul mio cammino di fede, o, se preferite, di fiducia nel Signore Gesù e nella sua venuta.

Signore vieni e accresci la nostra fede.