Omelia (26-10-2003) |
Comunità Missionaria Villaregia (giovani) |
Necessità di gridare più forte Nel Vangelo di questa domenica ci viene presentato un altro incontro con Gesù: Bartimeo, figlio di Timeo, cieco, mendicante. E' tutto quello che sappiamo di lui. Potremmo aggiungere un uomo coraggioso, intrepido, che ha saputo andare oltre i luoghi comuni. Un uomo rimasto in silenzio per molto tempo nella sua vita e che ad un certo punto si mette a gridare, a gridare sempre più forte anche quando tutti gli dicevano di tacere. Bartimeo ha saputo giocare la carta vincente della sua vita in un grido: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!" Anzitutto possiamo dirci che di tutti i ciechi guariti da Gesù, i Vangeli ci raccontano la guarigione di 7 ciechi: i due ciechi di Gerico (Mt 20,29-34); Bartimeo (Mc 10,46-52); il cieco di Betsaida (Mc 8,22-26); altri due ciechi (Mt 9,27-31); e il cieco nato (Gv 9,1-41). Ricordiamo che 7 è un numero simbolico, significa pienezza, totalità. Gesù, "Luce del mondo" è venuto per aprire gli occhi a tutti quelli che vivono nell'oscurità. Lui è il "Sole di giustizia" che ci rivela la verità completa, facendoci vedere ciò che è invisibile. Forse qualche volta ci è capitato di guardare la luce del sole a mezzogiorno e non vedere più nulla, perché se è proprio della luce far vedere (si inizia a vedere dopo la notte al primo albeggiare dell'aurora), nello stesso tempo, la luce intensa acceca. E' quello che succede un po' in questo brano: il cieco vede; quelli che stavano intorno a Gesù dicono di vedere, in realtà si rivelano ciechi perché non comprendono e non credono in Gesù, vera Luce del mondo. Ma vediamo come Marco ci presenta questo miracolo. Il miracolo si compie alle porte di Gerico, centro commerciale di grandi interessi. Bartimeo è fuori la città, quasi a significare che non c'è posto per lui in città, adatta solo per le persone capaci, i bravi commercianti, per coloro che sapevano riconoscere le monete vere dalle false, città che offriva grandi opportunità, vita impossibile per un ciego. Bartimeo, come tutti i giorni, era seduto ai bordi della strada, aveva ormai il suo posto fisso, conosceva sicuramente i passi di tutti coloro che passavano per quel cammino, per quella particolare sensibilità che accomuna le persone con handicap, dove la mancanza di un senso ne favorisce lo sviluppo di un altra.Anche se cieco intuiva chi si sarebbe fermato per dare l'elemosina, o chi affrettava il passo incurante della sua situazione. Sempre di buon uomore, salutava ora l'uno ora l'altro con simpatia. Ma quel giorno era diverso. Forse molte volte le carovane che scendevano a Gerico gli avevo parlato di un Profeta che compiva molte guarigioni. Quanto avrebbe desiderato incontrarlo, ed ora sentiva, mentre i passi si avvicinavano, anche se soffocati da quelli di una folla numerosa, che erano i passi di un uomo capace di cambiare la sua vita: una luce nuova nasce dentro di lui e spontaneo esce dal suo cuore un grido: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!" Non dice: Guariscimi, ma abbi pietà di me. E' l'uomo che si lascia incontrare nella sua verità: davanti a Dio, avverte soprattutto l'infinita distanza che lo separa da lui, percepisce la sua miseria, che va ben oltre la necessità di chiedere l'elemosina, piccola creatura non ha saputo riconoscere nella sua vita la Presenza di un Dio amore: ecco la vera cecità. Ma alla verità è sempre chiesto di tacere, di fare silenzio, la verità disturba. In molti seguivano Gesù, ma per molti era solo un taumaturgo, figlio di Giuseppe il falegname, un uomo con poteri straordari, ma non Dio. Questo continua a succedere. Molti parlano di Gesù, affermano che è vivo, che è lo stesso oggi, ieri e sempre, però vivono come se lui fosse morto, dubitano che possa operare con tutto il suo potere. Bartimeo vede con gli occhi della fede quella luce che sta passando e non può ignorarla, finalmente vede e grida ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù si ferma, Gesù è venuto per salvare l'umanità ammalata, cieca, incapace di vedere la luce vera, Gesù non è interessato alle voci che lo osannano, ma a quella voce che riconosce la sua verità, la sua miseria: "Abbi pietà di me!" Chiamatelo! Bartimeo fa un balzo, getta via il mantello, piccolo particolare raccontato da Marco. Per un mendicante il mantello non è poca cosa, rappresenta il più delle volte tutto ciò che ha per proteggersi, è la sua sicurezza... Ma Bartimeo sa che non ne ha più bisogno, ha incontrato il suo vero tesoro! Gesù gli chiede: "Cosa vuoi che ti faccia? " Il Signore è venuto per servire e continua a porre a ciascun uomo la stessa domanda. Bartimeo risponde a partire dalla sua necessità: "Che possa vedere", ma è una richiesta che va ben oltre il vedere fisico. Bartimeo intuisce che Gesù è una risposta per l'uomo che va oltre il bisogno fisico. Già era riuscito a vedere quello che gli altri non avevano visto: Colui che era davanti a lui non era solo un taumaturgo, ma il Salvatore, colui che poteva donargli la salvezza integrale. La prima cosa che Bartimeo vede è il volto di Gesù, il Salvatore. La risposta di Gesù è infatti: "Va', la tua fede ti ha salvato". Il miracolo va ben oltre la guarigione fisica. Bartimeo pieno di gioia diventa discepolo di Gesù, diventa capace di percorrere quel cammino verso Gerusalemme alla sequela del Maestro, già testimone della salvezza operata da Cristo, capace di far risplendere con la sua vita la Luce vera. Un discepolo chiede a un saggio: "Perché sono tutti così felici qui tranne me?" "Perché hanno imparato a vedere la bontà e la bellezza ovunque", rispose il maestro. "Perché io non vedo la bontà e la bellezza ovunque?" "Perché non puoi vedere fuori di te ciò che non vedi dentro di te". Vogliamo in questa settimana fare l'esperienza di vedere attorno a noi il bene e riconoscere la Presenza di Gesù che ci Salva. Questa coscienza ci permetterà a Gesù di guarire la nostra abituale CECITA'. |