Omelia (01-10-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 10,21

"Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli".
Lc 10,21


Come vivere questa parola?

I settantadue tornano con gioia, rallegrandosi per il successo della missione, nel nome di Gesù, anche i demoni si sono sottomessi. Gesù approfitta per continuare la sua formazione: Satana vinto che cade dal cielo; Dio che si manifesta ai piccoli ( gli umili di mente e di cuore) piuttosto che ai sapienti e dotti; il Padre che ha dato tutto il potere al Figlio e solo il Padre sa fino in fondo, chi è il Figlio e solo il Figlio conosce il Padre; il Figlio che rivela il Padre a chi vorrà.

Sono parole forti attraverso cui Gesù si autorivela come la definitiva Via, Verità e Vita.
Eppure Egli ha parlato un linguaggio umano, ha vissuto la vita dell'uomo dalla nascita da Maria di Nazaret fino alla morte e sepoltura, gradualmente rivelandosi Figlio di Dio e Figlio dell'uomo; ha svelato progressivamente attraverso le sue parole e opere, il Padre, Sorgente di tutto e lo Spirito Santo animatore. Questa rivelazione potrebbe schiantarci per la sua portata! E l'amore di Gesù ci consola con chiamarci ‘Beati'. Anche noi come i discepoli abbiamo il privilegio di vederlo e ascoltarlo: l'Emmanuele; i discepoli nella sua vita terrena, noi nell'Eucaristia e nella Parola quotidiana. È urgente che noi, i discepoli di oggi, ci mettiamo più attentamente all'ascolto di Gesù per interiorizzare e gustare la Vita che egli ci offre nella sua pienezza.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi domando se conosco veramente Gesù nel senso di accogliere la rivelazione che emana dalla sua persona. Forse bisogna pregare per avere un cuore nuovo capace di ascolto profondo.

Signore Gesù, dammi un cuore semplice, desideroso di conoscere la tua Verità e accettarla come la mia Via verso la Vita con te nella Santissima Trinità.

Le parole di una piccola grande santa

O Verbo, o mio Salvatore! Sei tu l'aquila amata che m' attiri a te: tu, che piombando su questa terra d'esilio, volesti soffrire e morire per strappare tutte le anime e immergerle nel divino seno della Trinità, eterno focolare d'amore. Come potrebbe il mio cuore non tendere a te; come potrebbe la mia fiducia aver limiti?
Santa Thérèse de Lisieux