Omelia (09-11-2003) |
Comunità Missionaria Villaregia (giovani) |
Il Vangelo spiegato ai poveri Forse non ci sarà difficile chiudere gli occhi e immaginare questa scena che si svolge sotto lo sguardo di Gesù. "Una povera donna, una vedova, getta tutto quello che ha, tutta la sua vita, nel tesoro del tempio." Proviamo ad evocare un momento della nostra vita in cui abbiamo visto qualcuno compiere un gesto umanitario che ci ha piacevolmente sorpreso ed edificato. Ci sarà capitato di ammirare un giovane che si prende cura di un handicappato o una mamma che accudisce, senza sosta, il suo piccolo ammalato; un figlio che assiste con amore il suo genitore anziano, o qualcuno che ha compiuto un gesto di eroismo, pagando, addirittura, con il prezzo della propria vita, la salvezza di un bisognoso. Forse noi stessi abbiamo vissuto l'esperienza di dare qualcosa agli altri ed essere segno di generosità e solidarietà, contraddicendo la mentalità del mondo, in cui ognuno pensa solo a se stesso... Se abbiamo vissuto qualcuna di queste esperienze anche noi siamo entrati nella logica di Gesù. Egli oggi è qui per dirci che quel giorno, sedutosi davanti al tesoro del tempio, è rimasto conquistato dalla generosità di una vedova, una donna sola, povera, e insignificante. Nella Bibbia le vedove, assieme agli orfani e agli stranieri, sono una delle categorie sociali più svantaggiate. Coloro, cioè, che non godono di alcun beneficio economico, spesso disprezzate, relegate ai margini della vita politica e sociale, senza nessuno che le protegga e si prenda cura di loro. Così è anche per questa vedova. La scena si svolge in una sala del tempio, detta del tesoro, luogo accessibile a tutti, dove erano situate 13 cassette delle offerte, a forma di imbuto. Un sacerdote controllava il valore delle monete e dichiarava, ad alta voce, l'entità e l'intenzione dell'offerta, gettandola nella cassa corrispondente. Nella tredicesima si gettavano le offerte spontanee e di poco conto, quelle senza intenzione. Mentre i ricchi signori della città facevano riecheggiare le loro intenzioni accompagnate dal rumore delle monete, Gesù vede arrivare lentamente, col capo chino, in silenzio e senza farsi notare, la povera vedova. Si avvicina all'ultima cassetta, quella delle piccole offerte, e, quasi furtivamente, estrae dalla tasca due spiccioli per gettarli nel tesoro. Nessuno si accorge di lei, il suo umile gesto non fa notizia, ma non sfugge allo sguardo attento di Gesù, capace di penetrare i segreti del cuore umano. Egli sa andare al di là delle apparenze e cogliere il vero tesoro nascosto nell'interiorità di questa povera vedova. È stridente il contrasto tra coloro che depongono i loro averi nel tesoro con ipocrisia e interesse, sapendo e sperando di essere visti, e questa donna che senza troppe esitazioni, né calcoli, fa scivolare nello stesso tesoro i suoi due unici spiccioli, tutto ciò che ha, la sua vita, le sue sostanze. Le monetine erano due, poteva tenerne una e offrire l'altra, invece dona tutto! Gesù sa che lei compie questo gesto perché nel suo cuore ha trovato spazio un tesoro più grande per il quale vale la pena investire tutto, non solo il superfluo. È lei la figura del discepolo che riconosce la signoria di Dio sui propri beni e sulla propria vita. Libera dall'ansia del possesso, sa di appartenere a Dio e vive per Lui. Mentre il ricco, signore di sé, offre a Dio l'elemosina di ciò che gli avanza, il povero ha Dio come Signore e, dalla sua condizione di ultimo, gli dà tutto ciò che è e che ha, i suoi due spiccioli, i suoi pochi talenti. Questa è la logica di Gesù che lo spinge a ribaltare la lettura dei fatti: "In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri". Gesù ammira questa donna come colei che ha saputo scegliere il dono supremo. Quello stesso dono che Lui ha pienamente realizzato, assumendo la nostra condizione umana e venendo ad abitare in mezzo a noi. Anche Gesù, incarnandosi, ha "giocato" tutti i suoi "spiccioli" a favore dell'uomo. A questo punto potremmo porci una domanda: se Gesù oggi si sedesse a guardare lo scenario della nostra vita, dove ci troverebbe? Tra i ricchi signori che danno del loro superfluo e lo danno per tranquillizzare la loro coscienza, o nei panni di questa povera vedova che vince tutte le prove di generosità e rimane a tasche vuote sfidando ogni ragionevolezza umana? Io, tu, tutti abbiamo due spiccioli da condividere: il nostro tempo, le nostre forze, capacità e doni; un sorriso, un po' di gioia con chi è nella tristezza... Tutti possiamo suscitare l'approvazione di Gesù se scegliamo di amare i fratelli, restando, come la vedova, a mani vuote davanti a Dio dopo aver deposto in Lui tutta la nostra fiducia. Questa è la logica di Dio, una logica che la vedova ha fatto sua e che, spesso, è la logica dei poveri, è la logica del Vangelo. Abbiamo conosciuto Juana, una povera vedova messicana che possedeva una sola gallina. Un giorno bussa alla porta della missione e ci consegna un uovo. Un dono piccolo, povero insignificante. Con parole semplici e con occhi luminosi spiega: "Oggi la mia gallina ha fatto il suo primo uovo, è l'unica cosa che ho e per questo sono venuta a portarvela. Le primizie devono sempre essere offerte al Signore". Un gesto semplice, poche parole mal articolate, ma un cuore grande, capace di ripetere, dopo 2000 anni, la stessa esperienza della vedova di Gerusalemme, che commuove il cuore di Dio e diventa Buona Notizia per il mondo. |